Il mondo della finanza vacilla, le borse di tutto il mondo vivono momenti difficili. Le vendite superano di gran lunga gli acquisti ed i prezzi crollano. Tutto ciò non accade per caso, da troppo tempo si è persa la “misura delle cose”.
Su vecchi testi l’amministratore saggio era colui che gestiva il patrimonio come “il buon padre di famiglia”. In un mondo frenetico si è preferito l’azzardo, la speculazione, il facile profitto, la malafede, la truffa, l’inganno.
Pochi mesi fa si è tenuta a Roma la conferenza sull’alimentazione, era tutto un suonare la grancassa sull’aumento del prezzo derrate alimentari e sugli effetti a livello mondiale. Pareva che le risorse agricole si fossero esaurite in un batter d’occhio e quindi tutti lì a fare previsioni e scenari, insomma un gran bla, bla, ecc.
Adesso ci troviamo con i prezzi dei cereali quasi ai livelli del 2006. Ma come, non si era detto che il mais veniva destinato alla produzione di etanolo e quindi i consumi erano aumentati? Si sono forse chiuse le fabbriche?, e la Cina e l’India non sono le responsabili della riduzione delle scorte mondiali?
Tanti argomenti, tante ragioni, tutto per giustificare un aumento, fuori da ogni logica dei prezzi, delle comodities alimentari per alimentare la speculazione ed i facili guadagni.
Dopo l’alimentare veniamo al petrolio. Facciamo due conti della serva.
Ogni anno si producono quasi 3 miliardi di tonnellate di petrolio (Fonte: Maugeri nel 2006 ton. 2.908.000.000) che corrispondono quasi a 20 miliardi di barili, negli ultimi 5 anni l’incremento del prezzo del petrolio è stato impressionante toccando a luglio (se non ricordo male) i 140 dollari al barile. Questa impennata dei prezzi quanta liquidità ha creato nel sistema finanziario mondiale? Rimanendo nell’ambito dei conti della serva se l’utile medio di questi 5 anni è di $ 15 a barile salta fuori la colossale cifra di 1.500 miliardi di dollari.
Questa somma enorme può aver avuto un effetto dirompente e lacerante sull’intero sistema finanziario.
Questa valanga di soldi si è riversata su quella parte dell’economia reale rappresentata dal settore immobiliare con “mutui facili”. Analogamente si è speculato sui prodotti agricoli.
Il tutto è stato aggravato da strumenti finanziari basati sulla “carta”, titoli finanziari che passando di mano in mano generavano un effetto moltiplicatore che ha ulteriormente “gonfiato” il mondo della finanza. La vicenda dei mutui subprime non è sufficiente a spiegare quello che sta succedendo.
La contrazione del prezzo del petrolio è stata come un leggero soffio sul castello di carta provocando il drammatico crollo di un sistema già traballante.
Di tutto questo le vittime siamo noi, gente qualsiasi con un po’ di soldi messi da parte come sempre dovrebbe fare “il buon padre di famiglia”.
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