Nel post del 15 gennaio ho fatto considerazioni che riguardano le azioni della “vecchia” Alitalia, e sostengo che valgono ben poco anche perché nessuno in questi giorni ne parla. Si è creata una sorta di complicità per dare modo alla “nuova” Alitalia di decollare. Chissà se ci diranno fra 3 o 4 mesi a quanti milioni ammonteranno le perdite accumulate nonostante i tagli e la ristrutturazione.
La situazione congiunturale è sfavorevole i problemi con i sindacati, scioperi e cancellazioni, non possono certo aver favorito la compagnia aerea e siccome chi può fare il successo di una compagnia aerea sono i passeggeri non so proprio se sia stata imboccata la strada giusta.
Ma torniamo agli aspetti finanziari.
Vi ricordo che nel 2010 scade il prestito obbligazionario di 700 milioni di euro. Nulla a che fare con i 300 milioni dati nel 2008 e che dovranno essere restituiti dalla vecchia Alitalia allo Stato, almeno così ci ha imposto la UE e così è stato legiferato al momento della concessione del prestito.
Il prestito obbligazionario chi lo ha sottoscritto? Quanto di questo non trascurabile importo è in mano a piccoli risparmiatori? Da chi è garantito? Si può rispondere che il prestito è garantito dallo Stato che è l’azionista della vecchia Alitalia.
Insomma siamo alle solite e siccome la storia è esplosiva si preferisce “insabbiare”. Ma presto o tardi i “nodi verranno al pettine”. Ancora una volta si sono trovati degli espedienti truffaldini e mi auguro che i responsabili di questi scempi, fatti con il denaro pubblico, conoscano le patrie galere…