È più di un anno che su questo mio “diario” scrivo di Alitalia. È un caso emblematico e rappresenta il peggio del “sistema” Italia. L’ingerenza della politica sulle attività produttive porta a questi risultati drammatici.
Mi sembra che la proposta Air France KLM sia tutto sommato sensata. Si riconosce ad Alitalia il valore del suo “pacchetto clienti”. È ovvio che la quantificazione non è semplice e può oscillare in modo significativo, il calcolo è stato fatto ed il risultato è di ca. 170 milioni di euro.
Il resto non vale nulla. Io non sono certo del settore ma ci vuole poco a capirlo.
I tecnici di Air France e KLM hanno visto i conti ed hanno concluso l’azienda è un “ferro vecchio”. La battuta di Bertinotti sul personale, “un patrimonio da salvagurdare”, è priva di fondamento altrimenti non si capisce come questo “patrimonio” sia riuscito a dilapidare in 15 anni l’astronomica cifra di 15 miliardi di euro.
Di questo “patrimonio” Air France non se ne fa nulla, e ritiene utile dargli una “regolata” ovviamente ridimensionandolo.
Ma vediamo di riprendere il filo di quanto vado scrivendo come osservatore esterno e vado per punti.
Primo. Nessuno vuole che si sia costretti a portare i registri in tribunale. Il giudice sarebbe costretto a “spulciare” un mare di carte e ne salterebbero fuori delle belle che sputtanerebbero 15 anni di politica italiana. Che la gestione politica di Alitalia sia stata uno schifo lo sappiamo tutti, ma quando ci si mettono i giudici si sa quando si inizia ma non si sa come va a finire. Meglio, quindi, evitare.
Secondo. Il fallimento è alle porte. Se non si trovano i soldi la baracca salta.
Terzo. I nostri cugini d’oltralpe ci hanno voluto dare una mano. Non si fa nulla per niente, ma in ogni caso una proposta “industriale” l’hanno formulata. I termini sono chiari, anzi fin troppo chiari. Siccome è necessario ricapitalizzare la società, Air France KLM chiederanno al mercato un miliardo di euro, loro lo possono fare perché hanno i bilanci in attivo. Vogliono garanzie per questa operazione costringendo il Tesoro italiano (attuale azionista di maggioranza) a detenere un pacchetto di azioni Air France KLM tali da garantire la ricapitalizzazione per 300 milioni di euro (ovvero un terzo del necessario). Questa operazione nella prospettiva di riportare in utile una attività produttiva mi sembra perfettamente coerente.
Quarto. Se si rifiuta l’offerta Air France KLM rimane la soluzione che ho illustrato tempo fa. Le banche italiane Gruppo Intesa ed Unicredito si accordano per il salvataggio. La flotta viene affidata ad Air One che la rinnoverà per gradi ed acquisisce il “pacchetto clienti”. La grana sono gli esuberi (questo termine e molto più appropriato di quello di Bertinotti). La soluzione è all’italiana, ovviamente. Mandare il più gente possibile in pensione, i modi possono essere tanti e la fantasia non ci manca.
Quinto. Ma anche le banche non danno nulla in cambio di niente, che cosa gli può dare lo Stato Italiano? Risposta: un sistema “protezionistico”. Operare in tutti modi per proteggere il sistema bancario dalla concorrenza. Anche in questo caso il “sistema Italia” non è certamente efficiente e necessita di protezione e l’Alitalia può essere “merce” di scambio per una operazione di questo tipo.
Vedremo come andrà a finire. Il tempo stringe, le casse della compagnia sono vuote.