sabato, marzo 22, 2008

Ma Berlusconi come è diventato così ricco ?

La domanda è più che lecita dopo la “sparata” su Alitalia.

Ma si, che ci vuole, basta mettersi li, in 4-5 attorno ad un tavolo. Ci organizziamo un po’ io metto questo, tu quello, poi chiediamo al “banchino” del paese quattro soldi ed il gioco è fatto !!!

Se gli italiani credono a queste “panzane” non si meritano nulla.

Mi chiedo proprio come ha fatto a diventare così ricco. Ho è dotato di una fortuna sfacciata, tanto per quantificare è come trovare il pacco da 500.000 euro tutte le sere per un mese di fila nella trasmissione “Affari tuoi”. Ammettete, sarebbe bello vedere il “berlusca” sullo sgabellino sfidare il “dottore”…. Ho è dotato di un tale talento da “accecare” tutti, ed anche in questo caso, diciamocelo, per questa “italietta” è proprio sprecato.

Forse alla mia domanda si deve rispondere in un modo che mi provocherebbe qualche guaio, quindi lascio al lettore la conclusione.

Torno sulla faccenda Alitalia. Proprio a 2 passi da Malpensa si sta concretizzando un’altra storia di compagnie aeree, navigando su internet ho scoperto che la “Suisse” erede della fallita Suissair ha perfezionato il passaggio definitivo a Lufthansa (ieri 21 marzo 2008). Si tratta di un’operazione iniziata 3 anni fa (altro che i quattro della briscola del progetto berlusconiano) ed ora a saldo la compagnia di bandiera della Repubblica Federale di Germania verserà 172 milioni di euro per la Suisse una compagnia in “attivo” con passeggerei in crescita ecc..

Mi sembra che la stampa italiana non ne abbia parlato affatto, oppure se la cosa mi è sfuggita chiedo scusa, in ogni caso siamo alle solite non perdiamo l’occasione per dimostrare al mondo la nostra incapacità nell’agire e nel decidere.

Queste “debolezze” si pagano in un mondo in cui la competizione è globale.

Su Alitalia, registro, che le poche cose sensate le ho sentite alla TV e le ha pronunciate il prof. Alberto Petrucci. Chissà se qualcuno lo ascolterà…

giovedì, marzo 20, 2008

“Torno” su Alitalia

È più di un anno che su questo mio “diario” scrivo di Alitalia. È un caso emblematico e rappresenta il peggio del “sistema” Italia. L’ingerenza della politica sulle attività produttive porta a questi risultati drammatici.

Mi sembra che la proposta Air France KLM sia tutto sommato sensata. Si riconosce ad Alitalia il valore del suo “pacchetto clienti”. È ovvio che la quantificazione non è semplice e può oscillare in modo significativo, il calcolo è stato fatto ed il risultato è di ca. 170 milioni di euro.

Il resto non vale nulla. Io non sono certo del settore ma ci vuole poco a capirlo.

I tecnici di Air France e KLM hanno visto i conti ed hanno concluso l’azienda è un “ferro vecchio”. La battuta di Bertinotti sul personale, “un patrimonio da salvagurdare”, è priva di fondamento altrimenti non si capisce come questo “patrimonio” sia riuscito a dilapidare in 15 anni l’astronomica cifra di 15 miliardi di euro.

Di questo “patrimonio” Air France non se ne fa nulla, e ritiene utile dargli una “regolata” ovviamente ridimensionandolo.

Ma vediamo di riprendere il filo di quanto vado scrivendo come osservatore esterno e vado per punti.

Primo. Nessuno vuole che si sia costretti a portare i registri in tribunale. Il giudice sarebbe costretto a “spulciare” un mare di carte e ne salterebbero fuori delle belle che sputtanerebbero 15 anni di politica italiana. Che la gestione politica di Alitalia sia stata uno schifo lo sappiamo tutti, ma quando ci si mettono i giudici si sa quando si inizia ma non si sa come va a finire. Meglio, quindi, evitare.

Secondo. Il fallimento è alle porte. Se non si trovano i soldi la baracca salta.

Terzo. I nostri cugini d’oltralpe ci hanno voluto dare una mano. Non si fa nulla per niente, ma in ogni caso una proposta “industriale” l’hanno formulata. I termini sono chiari, anzi fin troppo chiari. Siccome è necessario ricapitalizzare la società, Air France KLM chiederanno al mercato un miliardo di euro, loro lo possono fare perché hanno i bilanci in attivo. Vogliono garanzie per questa operazione costringendo il Tesoro italiano (attuale azionista di maggioranza) a detenere un pacchetto di azioni Air France KLM tali da garantire la ricapitalizzazione per 300 milioni di euro (ovvero un terzo del necessario). Questa operazione nella prospettiva di riportare in utile una attività produttiva mi sembra perfettamente coerente.

Quarto. Se si rifiuta l’offerta Air France KLM rimane la soluzione che ho illustrato tempo fa. Le banche italiane Gruppo Intesa ed Unicredito si accordano per il salvataggio. La flotta viene affidata ad Air One che la rinnoverà per gradi ed acquisisce il “pacchetto clienti”. La grana sono gli esuberi (questo termine e molto più appropriato di quello di Bertinotti). La soluzione è all’italiana, ovviamente. Mandare il più gente possibile in pensione, i modi possono essere tanti e la fantasia non ci manca.

Quinto. Ma anche le banche non danno nulla in cambio di niente, che cosa gli può dare lo Stato Italiano? Risposta: un sistema “protezionistico”. Operare in tutti modi per proteggere il sistema bancario dalla concorrenza. Anche in questo caso il “sistema Italia” non è certamente efficiente e necessita di protezione e l’Alitalia può essere “merce” di scambio per una operazione di questo tipo.

Vedremo come andrà a finire. Il tempo stringe, le casse della compagnia sono vuote.

martedì, marzo 11, 2008

Il prof. Romano Prodi si “ritira” dalla politica.

Fra 50 anni i libri di storia si ricorderanno di Romano Prodi? Secondo me con una o due righe al massimo. Proprio quelli che vorranno strafare diranno che è stato il Primo Ministro che ha voluto introdurre la moneta dell’Euro nel nostro paese (sempre che fra 50 anni l’Italia esista ancora).
Come personaggio politico si dirà che è stato il Presidente della Commissione Europea, ma giusto in un elenco di nomi.
Diciamocelo, come politico “poca roba”.
Del resto lo stesso spazio sarà dedicato a Silvio Berlusconi. Si dirà che per alcuni anni l’Italia è stata governata dall’uomo più ricco della nazione.
Questi politici sono “povera gente” perché anziché opporsi al dilagare ed al potere della “casta” (Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella, "La casta", Rizzoli Editore, 2007) l’hanno assecondata e di conseguenza ne sono diventati i complici ed anche i protettori.
Vengono eletti con un voto popolare, infatti nelle liste vengono indicati come “candidato premier”, ma in realtà non possono fare un passo se non ottengono il consenso dalla base di tutti quelli che si possono definire i “parassiti” dello stato, ovvero burocrati, porta borse, dipendenti pubblici addetti a servizi inutili, enti assistenziali che assistono solo i propri dipendenti, ed in pratica tutti coloro che sottraggono risorse che dovrebbero essere destinate al miglioramento dell’efficienza del nostro sistema produttivo.

È questo il dramma di questa nostra bella Italia, non è in grado esprimere politici “veri”.

La “Storia d’Italia” di Montanelli lo dimostra in modo inequivocabile. Possiamo dire tutto il male che vogliamo di Mussolini, ma in un certo momento storico è stato un politico “di razza”, lo stesso vale, nel campo opposto, per De Gasperi o Einaudi

Il nostro declino è dovuto all’incapacità del sistema di generare “uomini nuovi”, con la volontà di servire per il bene comune.

Non rattristiamoci e consideriamo le proposte di un Bertinotti come delle barzellette, ne basta una per tutte, ripristinare la “scala mobile”. E pensare che per molti diciottenni la scala mobile è quella che ci permette di salire o scendere da un piano all’altro di un edificio stando fermi.

Ecco come siamo grazie ai Prodi ed ai Berlusconi, in piedi, ma fermi come delle statue.