domenica, novembre 30, 2008

Quote latte: “risolto un problema” se ne creano cento…

Ritengono che per l'aumento concesso ci siano più contro che pro.
In primo luogo le quote saranno concesse agli "splafonatori" quindi per prima cosa questo aumento dovrebbe essere concesso solo a chi ha "pagato le multe" quindi questi allevatori dovrebbero rinunciare alla scandalosa rateizzazione a suo tempo concessa. (Ma il Ministro avrà la "forza" di contrastare i COBAS suoi elettori ?)
Ovviamente non possono essere concesse a chi ha venduto le quote ed ha continuato a produrre (se non sbaglio si tratta di un centinaio di produttori non di più).
Non possono essere concesse a chi ha "venduto in nero" ed è per questo stato condannato. Come si può constatare tanti aspetti non facili da tradurre in un testo di legge (in Italia siamo maestri a complicarci la vita da soli).
Altro aspetto negativo è quello del prezzo delle quote.
L'anno scorso proprio in questi mesi il prezzo del latte era "schizzato" a € 0,50 il litro, se non di più per il latte spot, quindi con tali aspettative molti allevatori hanno ritenuto vantaggioso comprare le quote, oggi quelle stesse quote valgono un terzo, per gli allevatori una perdita secca in termini di capitale.
Il processo di concentrazione degli allevamenti, in questi ultimi anni è stato sensibile, anche perché gli allevatori "marginali" (costi elevati e bassi redditi) vendendo le quote hanno "fatto cassa", ora non potranno beneficiare di tale vantaggio.
Bisogna fare un po’ di calcoli ma potrebbe anche verificarsi il caso che la somma dei benefici ottenuti dagli allevatori che cedevano le quote sia superiore al valore della multa. Quindi per il "sistema" latte il risultato sarebbe negativo.
Ultimo aspetto di questo intervento riguarda il mercato del latte.
Questo mercato, come altri del settore primario, è di tipo "marginale" ovvero l'andamento del prezzo è condizionato non tanto dalla produzione totale ma da quelle piccole variazioni che alterano la "previsione" di un eccesso o carenza di offerta.
Le 600.000 tonnellate sono poche sul totale della produzione, ma fanno parte di quella parte "marginale" ne consegue che la prospettiva di un "eccesso di offerta" potrebbe causare una considerevole riduzione del prezzo.
Riduzione già in atto che si potrebbe accentuare con gravi conseguenze sul fronte reddito.
Alcuni mesi fa era stato pubblicato uno studio che analizzava i due principali scenari nella prospettiva dell'abolizione delle quote, e mi riferisco all'atterraggio morbido o brusco.
La Commissione ha autorizzato l'Italia ad adottare, da sola l'atterraggio brusco, speriamo di non fare la fine di Alitalia.