giovedì, gennaio 26, 2023

Ucraina: la richiesta di carri armati è un depistaggio?

Durante un conflitto è ben raro che uno dei due belligeranti dichiari pubblicamente la mancanza di un armamento che ha una importanza tattica e strategica determinante.

Di solito è compito dell’intelligence scoprire i punti deboli dell’avversario.

Questo conflitto ha, drammaticamente, troppe similitudini con quello della Seconda Guerra Mondiale. Fiaccare e demoralizzare l’opinione pubblica con bombardamenti indiscriminati, colpire centri logistici, distruggere intere città.

Tutte queste attività belliche però non portano a grossi risultati.

La guerra è stata vinta quando le line “tedesche” sono state “sfondate” e le truppe accerchiate e disarmate.

Le grandi offensive, però, si studiano in gran segreto perché l’effetto sorpresa è determinante. I carri armati servono per azioni offensive e come è stato scritto necessitano di una logistica e preparazione accurata.

Durante il secondo conflitto mondiale i tedeschi realizzarono il famoso carro armato “Tigre”, ma nonostante la superiorità del mezzo poco hanno potuto contro la soverchiante numerosità dei carri alleati, meno potenti ma molto più efficaci nel sostenere le avanzate delle unità che avevano sfondato il fronte nemico.

I carri armati sono particolarmente efficaci in campo aperto, hanno un tiro utile di qualche chilometro (dai 4 ai 6) se in mezzo ci sono case, boschi, colline a che cosa servono?

Quello di cui hanno bisogno gli Ucraini, se è vero che i Russi stanno preparando una possente offensiva, sono tante armi anti carro, dai missili ai droni.

Armi facili da usare, si possono creare piccole unità “partigiane” colpire e poi “dissolversi”.

Se i Russi stanno preparando una avanzata con molti soldati, facendo valere la loro indubbia superiorità numerica, se non sono dotati di adeguata copertura con mezzi corazzati, l’avanzata si può trasformare in una carneficina.

Forse l’Ucraina sta preparando una “trappola”?

La comunicazione e la propaganda di oggi è ben diversa da quella degli anni ’40, quindi ci può stare che si dica pubblicamente di non avere armamento adeguato, con l’obiettivo però di avere ben altro su cui fare affidamento.

martedì, gennaio 03, 2023

Nutrinform Battery – ma chi lo conosce?!.

A partire dal 2011 è possibile aggiungere sulle etichette dei prodotti alimentari le FoP (front of pack nutrition label), come ho scritto nel post del 31 dicembre i valori nutrizionali: “…possono essere indicati mediante altre forme di espressione e/o presentati usando forme o simboli grafici oltre a parole o numeri”.

Nella figura 1 riporto i principali formati FoP attualmente in uso che si possono suddividere in due principali categorie: nutriente-specifico; indicatori sintetici.

Figura 1
Figura 1

Il Nutri-Score è un indicatore sintetico, realizzato dopo lunghi ed approfonditi studi, utilizza i metodi di espressione più immediati, ovvero i colori e le lettere.

Il Nutri-Score venne adottato dalla Francia a partire dal 2017 e l’Italia, per un po' di tempo, è stata alla “finestra” e poco o nulla ha fatto per elaborare un sistema FoP alternativo. Quando il Nutri-Score venne adottato da importanti imprese della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) europee e da altre nazioni della UE è iniziata la “battaglia”. Come ho già scritto nel post del 31 il mondo agroindustriale italiano ne ha fatto una questione di “principio” e di “potere” trascurando completamente gli aspetti scientifici.

Il 13 febbraio 2018 l’Italia emana un decreto nel quale propone la messa a punto di un sistema alternativo. Il 30 novembre del 2019, l’Italia, dopo aver concluso l’iter di sperimentazione e valutazione, presenta il sistema FoP denominato Nutrinform Battery in aperta contrapposizione al Nutri-Score.

Nella figura 2 i due sistemi sono messi a confronto.

Figura 2 - sopra il Nutrinform Battery, sotto il Nutri-Score

È possibile verificare che il Nutrinform Battery non è molto originale. (vedi figura 1).

La differenza sostanziale sta nel fatto che il Nutri-Score ha come finalità quella di confrontare, dal punto di vista nutrizionale, alimenti dello stesso tipo, mentre il Nutrinform Battery fonisce, in modalità grafica, l’informazione relativa alle componenti nutrizionali e l’apporto che possono dare, riferiti sia a 100 gr. di alimento, sia ad una porzione di peso definito, per una dieta standard.

Il Nutri-Score permette una comparazione immediata e semplice, mentre il Nutrinform Battery necessita sempre un calcolo per poter valutare il singolo alimento in relazione alla mia dieta, intesa come mix di alimenti.

Il Nutrinform Battery, o comunque una rappresentazione FoP simile, è molto utile nel caso delle “preparazioni alimentari”, ad esempio fornire indicazione sull’apporto di nutrienti per una porzione di lasagne o una pizza.

Un esempio che ritengo interessante è riportato nella figura 3.

Esempio di informazioni FoP relative a due prodotti McDonald's  

Il leader mondiale del fast-food McDonald’s su ogni sua preparazione riporta in modo puntuale l’apporto in elementi nutrizionali. Una porzione di patatine, formato medio, apporta 16% di calorie, il 22% di grassi, ecc.. Una porzione di 6 chicken McNuggets un altro 13% di calorie e il 18% di grassi, ecc.. Come si può constatare è semplice calcolare che questo “pasto”, bevande escluse, apporta il 39% di calorie e il 40% di grasso. Il calcolo si può fare per tutti i valori nutrizionali considerati.

Concludendo

Il Nutri-Score e il Nutrinform Battery non sono sistemi di rappresentazione FoP confrontabili perché perseguono finalità differenti, entrambi sono validi, ma non è vero che un sistema è “cattivo” mentre l’altro è “buono”.

Se voglio “confrontare” quale pizza è più salubre da un punto di vista nutrizionale, è senza dubbio più facile farlo con il Nutri-Score.

Mi sono chiesto qual è la ragione per cui la Commissione vuole introdurre un sistema FoP uguale per tutte le nazione, quando sappiamo perfettamente che ci sono sensibilità e tradizioni alimentari molto differenti.

Il legislatore del 2011 è stato molto più saggio quanto ha considerato le etichette FoP non obbligatorie.

L’Italia ne ha fatto una questione politica e di potere mettendo completamente in secondo piano la messa a punto di strumenti in grado di aiutare i consumatori nella scelta degli alimenti al fine di ridurre l’incidenza delle patologie strettamente relazionate a consumi alimentari non corretti.

Vedremo come andrà a finire….

sabato, dicembre 31, 2022

Nutri-Score e il potere delle lobby dell’agroalimentare

Del “Barbiere di Siviglia” musicato da Gioacchino Rossini è ben nota l’aria di Basilio: “la calunnia è un venticello…. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale, che fa l'aria rimbombar”.

Quanto viene detto e scritto sul Nutri-Score è il risultato di una palese manipolazione architettata dalle potenti lobby dell’agroalimentare, Coldiretti in prima fila fino a Federalimentare.

Sul Corriere della Sera del 28 dicembre, Danilo Taino, giornalista assai autorevole si è lasciato ingannare, travolto anche lui dalla “calunnia” che da venticello si è trasformato in temporale. (leggi)

È importante chiedersi perché si parla di Nutri-Score.

Tra gli obiettivi della UE, per migliorare le condizioni di vita della popolazione, è compreso quello di ridurre le malattie dovute sia agli alimenti e/o preparazioni alimentari sia alle abitudini alimentari, diete, non corrette.

La problematica “salute alimentare” deve tenere conto dei due aspetti, quello degli alimenti e quello della “educazione alimentare”.

Per quanto riguarda gli alimenti il percorso perseguito nella UE, e in altre nazioni, è quello di fornire informazioni nutrizionali al momento dell’acquisto.

Il regolamento UE 1169/2011 contiene le norme sulla etichettatura degli alimenti. Tutti gli alimenti che compriamo riportano informazioni obbligatorie come ad esempio i valori nutrizionali: tenore di grasso, proteine, calorie, ecc..

L’art. 35 del regolamento UE citato, prevede che i valori nutrizionali: “…possono essere indicati mediante altre forme di espressione e/o presentati usando forme o simboli grafici oltre a parole o numeri”. Queste “forme di espressione” vengono indicate con il termine di FoP ovvero, (Front of Pack nutrition label).

Il regolamento prevede che le etichette FoP devono avere determinate caratteristiche e requisiti, e NON sono obbligatorie.

Con la riforma della politica agricola denominata Farm to Fork è intenzione della Commissione rendere obbligatoria una etichetta FoP identica per tutte le nazioni della UE. Ecco come nasce il “contenzioso”, alcune nazioni avevano già da tempo adottato etichette FoP, il regolamento UE è del 2011, mentre altre come l’Italia sono state alla finestra; la nostra solita inefficienza.

Il Nutri-Score riguarda l’aspetto alimenti e non certamente quello “abitudini alimentari”

La caratteristica del Nutri-Score e quella di evidenziare le differenze dietetiche tra alimenti dello stesso tipo o categoria.

Facciamo un esempio: biscotti secchi per la colazione del mattino. Andate in un supermercato e vi potete facilmente rendere conto di quanti ce ne sono, integrali, con il cioccolato, con burro, o senza, ecc.., siete un po' in sovrappeso e volete scegliere il biscotto che vi piace di più, come sapore, ma che vi può dare un aiuto per non eccedere in grassi o zuccheri. Quindi la scelta, nel rispetto del vostro gusto, si orienterà al biscotto la cui valutazione nutrizionale complessiva è più vicina al verde. La scelta diventa facile basta guardare una lettera e un colore.

Ovviamente nessuno vi vieta di acquistare wafer grondanti di cioccolato e ricchi di zucchero.

Il Nutri-Score non serve per dirti che il formaggio è dieteticamente cattivo se ha la lettera D e il colore arancione, eventualmente ti può servire, se per lo stesso tipo di formaggio, ce ne sono di quelli che, sulla base della lavorazioni o materie prime usate riescono a produrre un prodotto più dietetico.

Chi denigra il Nutri-Score non tiene affatto conto che il sistema è stato messo a punto dal più illustre nutrizionista epidemiologico di Francia il prof. Serge Hercberg. (Vi consiglio di leggere la sua biografia Manage et tais-toi Manage - Un Nutritionniste face au lobby agroalimentaire - Gestire e tacere - Un nutrizionista di fronte alla lobby alimentare – Ed. HumenSciences, gennaio 2022) dopo più di 20 anni di studi.

Il libro mette in evidenza tutti gli ostacoli che Hercberg ha dovuto affrontare, a tutti i livelli, più o meno quello che sta succedendo in Italia. Tutti gli studi condotti a partire dagli anni ’60-’70 hanno messo in evidenza la relazione tra numerose patologie e i regimi alimentari scorretti.

Il Nutri-Score ha l’obiettivo di migliorare la qualità di tutti quegli alimenti di cui abbiamo una ampia gamma e varietà di prodotti.

Ciò che viene detto e scritto, ovvero che il sistema penalizza i prodotti alimentari del made in Italy non è vero. Il Parmigiano-Reggiano o il Grana Padano sono formaggi unici, avranno il loro “colore” ma saranno acquistati per le loro caratteristiche peculiari e non certamente per il colore di una etichetta.

I francesi sono grandi produttori e consumatori di formaggio e da quanto è dato sapere il Nutri-Score non ha minimamente condizionato i consumi di questi alimenti.

La contrarietà manifestata per il Nutri-Score dal sistema agroalimentare italiano è una questione di potere. L’azione di lobby consiste nell’affermare che il sistema, fatto di medie e piccole imprese, è però in grado di condizionare la “pubblica opinione”.

Poco importa se quanto si dice sulle caratteristiche del Nutri-Score sono totalmente falsate, l’importante è affermare la propria capacità nella manipolazione dell’informazione. Se ho il potere di condizionare, il messaggio ai politici diventa: se non fate quello che vi dico o diciamo, perdete consensi.

Nessun politico, in questo momento vuol perdere il consenso e si adegua.

Le lobby dell’agroalimentare sono dominanti e condizionano tutti i partiti, lo dimostra il fatto che sia il ministro Patuanelli (M5S) sia l’attuale Lollobrigida (FdI) hanno lo stesso linguaggio e guarda caso godono degli stessi appoggi.

Questa è la realtà, prendiamone atto.

sabato, ottobre 22, 2022

Un po' di fantapolitica. Ministero agricoltura e sovranità alimentare.

Sono passati due mesi dall’ultimo post, scusate, ma è veramente un tempo troppo lungo. Devo essere più attivo. Purtroppo, troppi eventi negativi si avvicendano in questo periodo così burrascoso, pertanto, è difficile mantenere la lucidità nelle analisi che, credo, contraddistinguono i miei interventi.

A caldo questa mattina ho riflettuto sulla denominazione del “Ministero agricoltura e sovranità alimentare”. Il Ministro Lollobrigida, neonominato, oltre ad essere un fedelissimo è il cognato di Giorgia Meloni. Bisogna pur accontentare un po’ i parenti.

I numerosi impegni politici di Lollobrigida, soprattutto in questo ultimo mese, non gli hanno permesso certo di studiare il complesso, articolato e importante comparto agricolo quindi, senza dubbio, a qualche prezzolato porta borse sarà stato il compito di “partorire” una qualche idea innovativa. FdI ha vinto le elezioni, ci vuole un cambiamento. L’oscuro addetto, forse qualche cosa di agricoltura ne sa, pensa che ti ripensa deve aver scritto “Ministero agricoltura e SICUREZZA alimentare”.

Dovete sapere che in Italia vige una situazione abbastanza anomala.

Tutto quello che riguarda la “sanità” da quella umana a quella animale è di competenza del Ministero della Salute (o Sanità, insomma ci siamo capiti). Anche la “sicurezza alimentare” è di competenza del Ministero della Salute. Ad esempio, i controlli per il rispetto delle norme sul benessere animale vengono fatti da personale delle ASL.

In molte altre nazioni delle UE, invece, tutto ciò che riguarda il segmento della produzione agricola è di competenza del Ministero della agricoltura (o come si chiama, rimaniamo al sodo). Vi chiederete, che cosa cambia?

In realtà il problema è molto più complesso perché sulla base delle norme comunitarie tutti gli enti certificatori la “qualità” degli alimenti dal, dal bio alle DOP operano sotto il controllo del Ministero dell’agricoltura. In parole povere un ministero controlla e un altro sanziona.

Nei fatti una duplicazione di competenze, un appesantimento di tutte le pratiche burocratiche, serve il doppio del personale, così tutti ci sguazzano, Paga sempre “pantalone”, ma in realtà tutto questo ci rende meno efficienti e produttivi.

Il nostro export agroalimentare è aumentato considerevolmente e ci ha dato molte soddisfazioni, ma hanno fatto meglio di noi nazioni come l’Olanda, la Polonia per non parlare della Spagna, irraggiungibile per i ritmi di crescita esponenziale.

Dare la denominazione “Ministero agricoltura e sicurezza alimentare” sarebbe stata una vera “rivoluzione” un cambiamento epocale.

La politica agraria si fa a Bruxelles, non certo a Roma, e nelle regioni, dove si assecondano le lobbie locali, quindi, capite bene, che è il ministero giusto per il parente.

Nella fretta Giorgia Meloni deve aver letto male, perché è troppo presa a dare concretezza al suo ideale di Sovranità Nazionale; quindi, passare da Sicurezza a Sovranità il passo è stato breve.

In ogni caso iniziamo bene, mah!!!...

lunedì, agosto 22, 2022

“Chi ragione non ha cerca pretesti” (Da “L’incoronazione di Poppea” – libretto di Gian Francesco Busenello musiche di Claudio Monteverdi)

L’opera di Monteverdi dovrebbe essere ascoltata dai nostri politici, se avete cinque minuti leggetevi il libretto alla scena IX del I atto. Duetto tra Nerone e Seneca, Nerone è invaghito di Poppea e desideroso di ripudiare Ottavia, Seneca lo richiama agli obblighi morali e alla ragione.

Seneca conclude con toni solenni affermando:

“…Il partito peggior sempre sovrasta 

quando la forza alla ragion contrasta”.

I partiti di governo avevano capito che la sola presenza di Mario Draghi a capo dell’esecutivo ci dava il 2% di incremento di Pil. Arrivare alla primavera avrebbe costretto i partiti in angolo molto stretto. Gli italiani, quasi a fuor di popolo, non avrebbero accettato “ribaltoni”, anzi le elezioni si sarebbero trasformate in una sorta di referendum tra i pro e i contro Draghi. L’esito sarebbe stato scontato

E allora, fregandosi di qualunque “ragione”, hanno deciso di usare la “forza” parlamentare.

I partiti perseguono l’obiettivo di conquistare il potere, il governo della cosa pubblica, l’interesse dei cittadini, fare il bene pubblico, vengono dopo, molto dopo.

Nei giorni della crisi c’è stato un gran scrivere sui giornali per attribuire la responsabilità della caduta del governo a questo o quel partito, ma è mia opinione che a far cadere Draghi è stata una prova di forza, una sorta di congiura politica, i capi partito hanno dato la loro “pugnalata”, ben si addice il motto “Mors tua vita mea”.

Draghi non ha accettato compromessi, come dargli torto, alcuni componenti del suo governo si sono ribellati, da Di Maio a Brunetta, ma cosa possono fare questi contro il potere dei partiti?

Da “mani pulite” ad oggi, sono 30 anni, i partiti si sono diventate strutture verticistiche con un dibattito interno quasi inesistente, poco democratiche e rappresentate da un leader, più o meno carismatico. C’è stato un continuo rimescolamento di carte e l’emergere di qualche personaggio che abbiamo pensato avesse capacità salvifiche. Da Berlusconi a Prodi, da Renzi a Salvini, l’ultimo è Beppe Grillo con il suo pseudo movimento di incapaci. Questi personaggi hanno vinto le elezioni ma poi non sono riusciti a governare perché l’azione politica, data la natura attuale dei partiti, è esclusivamente rivolta a conquistare posizioni di vertice in questo o quell’organismo statale o parastatale.

Adesso ci prova la Meloni, anche per lei sarà una vittorio di Pirro perché dovrà accontentare gli appetiti di quelli che in mesti ultimi cinque anni sono stati in anticamera anziché nella “sala da pranzo”.

Si stanno facendo sondaggi per sapere chi vincerà queste assurde elezioni, ma se i sondaggisti non fossero prezzolati dai politici farebbero bene a chiedere agli italiani la loro opinione sul dopo elezioni. Non si deve essere mago Merlino per prevedere che l’80% ritiene che nulla cambierà.

domenica, luglio 31, 2022

Problema complesso: soluzione semplice. Ma mi faccia il piacere! (Totò - https://www.youtube.com/watch?v=6bjQOwXMoPk )

Il premio Nobel Giorgio Parisi appare in un recente spot televisivo  realizzato dal Ministero della Salute per indurre i cittadini over 60 a farsi la quarta dose del vaccino contro il Covid.

L’intento è lodevole, ma penso proprio che questo appello sia un colossale flop.

Tutti noi abbiamo ormai capito che il Covid non è più una malattia pandemica ma endemica. Il virus ha contaminato l’ambiente in cui viviamo, è dappertutto, come tutti i virus muta e per poter sopravvivere deve trovare nuovi modi per infettare l’uomo. Inutile sottolinearlo, chi si vaccina si infetta ugualmente, ma la probabilità di ammalarsi gravemente si riduce drasticamente.

Qual è la situazione attuale, di cui siamo tutti consapevoli: il problema è complesso ma non ci sono affatto soluzioni semplici. La vaccinazione è solo uno degli strumenti di cui disponiamo. Le autorità sanitarie devono modificare l’approccio complessivo a questa malattia. Per chi ha sintomi, non lievi, è inutile “ingolfare” gli ospedali, si devono predisporre strutture idonee e prima ancora i medici di famiglia potrebbero fornire un valido supporto anziché prescrivere la semplice “Tachipirina”. È anche noto che al momento di un ricovero in ospedale, per le patologie più disparate, si fa un tampone e se si è positivi, anche se asintomatici, automaticamente si viene considerato un “ricovero” Covid. Analoga e più triste situazione è quella che riguarda i decessi. Chi muore ed è positivo al Covid viene compreso nella triste statistica dei decessi da Covid.

Il problema è complesso e non lo sappiamo affrontare, questa è la triste verità.

Da oggi e fino al 25 settembre siamo alle prese con un altro problema complesso: chi votare?

Soluzione semplice, no!.

Tutti i leader politici, ci forniranno soluzioni semplici a tutti i problemi complessi della nostra società.

La povertà: reddito di cittadinanza e 1000 euro di pensione minima.

Disoccupazione: mandare in pensione sempre più persone.

Sanità: pagare le protesi e gli impianti dentari.

Debito pubblico: non pagare le tasse (ennesima rottamazione delle cartelle)

Cambiamento climatico: auto elettriche

Incrementare il PIL: un altro bonus (l’italica fantasia può mettersi all’opera).

Se si vuole veramente trovare soluzione a questi problemi non basta una legislazione per ognuno.

A Parisi dico, la nostra società è troppo complessa e i tanti problemi sono il risultato di situazioni complesse, quindi, le soluzioni semplici non ci sono.

Forse è troppo sperare in un leader che sia in grado di farci capire come stanno le cose, e che sia in grado di indicarci un percorso per trovare le soluzioni alle nostre difficoltà.

Il mio voto non andrà a chi propone soluzioni semplici a problemi complessi.


martedì, marzo 29, 2022

Chiedo a Papa Bergoglio: meglio “pazzi” ma liberi o “mentalmente normali” ma oppressi?.

Le parole pronunciate dal Papa e riportate dal tutti i media sono note. Ha definito “pazzi” i Capi di Stato che hanno ribadito l’impegno di destinare il 2% del PIL alle spese militari. Chiosando si potrebbe sottolineare che “spese militari” non vuol dire acquistare di armi ma creare un sistema di difesa efficiente ed efficace.

Ma perché questa frase Papa Francesco l’ha pronunciata solo ora?

Perché è stato zitto quando il patriarca di Mosca Kirill ha affermato che la guerra è giusta?

Guerra giusta contro un occidente corrotto e amorale, che riconosce pari diritti umani e civili agli individui LGBT.

Questo atteggiamento ambiguo del Pontefice che non mi convince.

Si parla molto di questa guerra dalle caratteristiche ottocentesche. La Russia ha concepito una vera e propria “campagna” di napoleonica memoria. Preparazione dell’esercito, avvicinamento alla frontiera, pretesto o ragione (difendere i cittadini russi in territori contesi), conquista territoriale, demoralizzare i civili con distruzioni e lutti. Ricordo che nella II° guerra mondiale la Germania dopo essersi annessa l’Austria e la Cecoslovacchia (Sudeti) in un solo anno occupò parte della Polonia (l’altra parte se la prese la Russia, mai più restituita dopo la guerra), Danimarca, Belgio, Olanda, 2/3 della Francia, Norvegia, Grecia.

Una guerra con occupazioni “lampo”, nulla di paragonabile a quello che facendo l’esercito Russo.

La Russia non vuole occupare l’Ucraina, ma la vuole conquistare, ovvero vuole che l’Ucraina dipenda in tutto e per tutto dal Cremlino, così come era ai tempi dell’URSS.

Se il papa non ha condannato il patriarca di Mosca Kirill vuol dire che tollera la conquista della Ucraina da parte della Russia.

Il Papa afferma che le nazioni devono trovare nuovi modi per risolvere le dispute e che le armi non risolvono il problema, siamo d’accordo. Non dobbiamo cioè armarci per dissuadere.

In questo momento però una nazione, la Russia, ha deciso che il proprio futuro dipende dalla forza delle proprie armate sul campo di battaglia e il Papa doveva mostrarsi indignato sia per le affermazioni di Kirill sia di quelle dei Capi di Stato UE e NATO.