Nel post del 4 settembre ho messo in evidenza come la procedura messa on line dal Ministero dell’Interno non è complicata ma neppure adatta al tipo di utenti, pensionati poco autonomi ecc. In pratica si è quasi obbligati ad utilizzare un intermediario.
Le domande presentate sono circa 50.000 ovvero poco più di 5000 al giorno, a questo ritmo la regolarizzazione delle 500-700 mila badanti diventa un traguardo irraggiungibile. È però facile supporre che verso la fine del mese si abbia un forte incremento nel numero delle domande presentate.
In ogni caso il “flop” delle “regolarizzazioni” potrebbe anche verificarsi per una ragione più semplice. Chi si rivolge all’intermediario si renderà conto che la regolarizzazione è una operazione costosa. Per chi vive di pensione e di un piccolo gruzzolo, che di questi tempi rende pochissimo, un aumento delle spese di almeno 1000-1500 euro all’anno non è cosa da poco.
Si mette sul “piatto della bilancia” un ragionamento semplice: “e se NON regolarizzo la badante che cosa mi può succedere?, vuoi che mi sbattono in galera? Forse è meglio sarà lo Stato a dovermi accudire e così risparmio pure i soldi per la bandante”. Scusate l’ironia della cosa, ma non la sottovaluterei.
Staremo a vedere. Se la regolarizzazione interesserà un numero di badanti-colf di ca. 300.000 persone vuol dire che si è deciso di “rischiare” piuttosto che rispettare la legge. Sarà un altro piccolo tassello di come questo governo del fare in realtà non sa valutare completamente le conseguenze delle proprie scelte politico-economiche.