Ho apprezzato molto l’articolo di Roberto Perotti “Gli economisti non hanno capito” pubblicato sul "IlSole24Ore" di domenica 14 novembre 2008. Nella situazione attuale è importante capire le ragioni di quello che sta accadendo perché solo così è possibile prendere provvedimenti adeguati.
Mi sono occupato di modelli aziendali (aziende agrarie) di simulazione dinamica e ho sempre sostenuto che i risultati delle simulazioni rappresentano, per l’imprenditore, lo strumento per “orientare” e quindi la RO (Ricerca Operativa) non può certo sostituire la capacità imprenditore.
Nella analisi che si sta facendo in questo periodo, sulla crisi economico finanziaria, rimane sullo “sfondo” quanto è avvenuto sul mercato delle materie prime, mi riferisco al petrolio ed ai prodotti agricoli come cereali e semi oleosi.
L’ultimo libro di Leonardo Maugeri (ENI) sulle fonti energetiche fa capire che un prezzo remunerativo del petrolio si aggira attorno ai 50 dollari al barile. Molto più difficile quantificare il prezzo in grado di remunerare cereali e soia, comunque a spanne si può dire che a partire dalla primavera del 2007 e sino a luglio del 2008 i prezzi dei cerali erano tali da garantire profitti di oltre il 100%.
Un anno fa tanti “guru” ipotizzavano che il petrolio non sarebbe mai più sceso sotto i 100 dollari così come per i cereali si facevano “scenari” da carestie manzoniane. Tutto era dovuto, in gran parte, ad una speculazione selvaggia.
E veniamo all’ipotesi su una probabile concausa dell’attuale crisi.
Il sistema finanziario non è stato forse “alimentato” dalla enorme liquidità che si è venuta a realizzare con la speculazione sulle commodities di cui ho fatto cenno?.
In modo molto banale ho calcolato che il periodo speculativo che abbiamo passato può avere generato “guadagni” di ca. 1500 miliardi di dollari (in questi giorni è stato pubblicato che i petrolieri ritengono che la riduzione del prezzo del petrolio provochi una riduzione dei loro profitti di oltre 700 miliardi di dollari).
L’ingente massa di liquidità è stata “utilizzata” da molti soggetti finanziari (banche, assicurazioni, intermediari) e nel momento in cui questo “fiume” di danaro si è interrotto tutto è “saltato”. Non si può escludere il fatto che sia stata la liquidità stessa alimentare la speculazione dato che il mercato delle commodities si basa sui futures (mercati a termine) e sappiamo bene che in questo tipo di mercato gli “speculatori” rivestono un ruolo specifico.
Le mie sono ovviamente solo delle ipotesi, ma forse potrebbero essere oggetto di studio e di dibattito.
Se si riesce a capire la vera origine di quanto è accaduto in primo luogo si potrebbero prendere provvedimenti adeguati e soprattutto si potrebbe evitare di “ripetere l’errore”. Come dice il detto “sbagliare è umano perseverare è diabolico”.