In questi giorni fiumi d’inchiostro sulla “soluzione” del caso Alitalia, ma leggete con attenzione quanto scritto sui vari quotidiani e vi accorgerete che nel concreto non in si sa nulla di preciso.
Sappiamo degli esuberi e viene esposto un “business planning” che potrebbe fare chiunque. Se perdo 100 è ovvio che devo tagliare i costi, ad esempio di 70, ed aumentare le entrate di 30; infatti si taglia su personale ed aerei e poi li si fa volare di più.
Non credo che in un settore così delicato come quello del trasporto aereo sia semplice applicare delle “formulette” da ragioniere di campagna (senza offese per la categoria !!!).
Si parla tanto della tratta Roma – Milano e nessuno cita il fatto che tra pochi mesi sarà operativa la TAV della tratta Milano - Bologna e l’obiettivo e di completarla nei giro di pochi anni. I 500 Km si potranno percorrere in 3 ore, un tempo in “concorrenza” con l’aereo.
Il prezzo dei carburanti è senza dubbio “gonfiato” da situazioni congiunturali, in ogni caso rimarrà proporzionalmente elevato e chi ne pagherà le più immediate conseguenze è proprio il trasposto aereo, quindi le tariffe “stracciate” di questi ultimi anni potrebbero rimanere un ricordo ed il trasporto ferroviario potrà avere la sua “riscossa”.
Tutte le compagnie sono in difficoltà, come è possibile pensare che una “matricola” (in realtà sembra più il restyling di una vettura che ha avuto poco successo) possa emergere a mo di “araba fenice” ?.
Alle domande del post del 28 agosto non ci sono state al momento risposte e mi sa che dovremo aspettare a lungo.
Nel frattempo perdite su perdite.
La soluzione che avevo prospettato tanto tempo fa, è passato un anno e mezzo, è andata in porto solo parzialmente. Si è concretizzata una fusione Alitalia – AirOne, mentre la parte finanziaria di Unicredit è stata sostituita dalla “cordata” del CAI (Club alpino Italiano, ops !!, mi sono sbagliato Cai, lo scrivono così, forse ci potrebbero essere problemi di copyright !!).
Il ruolo di Banca Intesa è invece assai chiaro.
Ricordo che servono comunque quasi 3 miliardi di euro ca.: 1,5 miliardi per far “decollare” la nuova Alitalia e poi 0,7 miliardi di euro per pagare le obbligazioni scadenza 2010 (a meno che questa non rimanga nella parte cattiva, ma non è facile…) e poi assorbire le previste perdite prima di tornare in attivo.
Qualunque imprenditore con un piano così “fallisce”.
Berlusconi ha mantenuto la “promessa” agli elettori creduloni, ed ha convinto la “cordata” che a pagare saranno comunque i contribuenti.Questa è una “vittoria” del Premier ed una ennesima sconfitta degli italiani.