Cari lettori in un post precedente vi ho detto che sto leggendo
In tantissime occasioni Montanelli dimostra quanto le sue analisi siano profonde. Ne riporto una data la competenza che ho del settore.
Montanelli parla del regime autarchico ed in particolare della cosiddetta “battaglia del grano”: “Qualcosa fu tentato, e realizzato, sul piano della maggiore efficienza. Ma la battaglia del grano si basò sulla quantità più che sulla qualità. La coltura del frumento fu estesa ad aree in cui era antieconomica, a scapito di altri prodotti agricoli – vino, olio – che in condizioni normali sarebbero stati più remunerativi, e che appartenevano alla tradizione locale. In definitiva i consumatori pagarono il prezzo di questo sforzo: il che può e deve scandalizzarci, ma non oltre una certa misura, se pensiamo che i grandi programmatori agricoli del Mercato Comune non sono riusciti a sfuggire, per problemi analoghi, in un clima di cooperazione internazionale e di totale libertà, e senza le lusinghe e le imposizioni di una propaganda di Regime, ad una logica altrettanto distorta.” [1]
Il brano è stato scritto nel 1979, si stavano formando le prime “eccedenze” che hanno provocato le gravi distorsioni al mercato mondiale dei prodotti agricoli.
Sono passati quasi 30 anni e tutt’ora stiamo faticosamente elaborando strategie e politiche per rimediare al”disastro” di certe scelte che si sono dimostrate fallimentari.
Montanelli paragona il regime autarchico con la PAC (Politica Agricola Comunitaria) e non si sbaglia. Non so in quanti allora abbiano dato “peso” a quel brano, oggi può rappresentare uno dei tanti meriti del Montanelli, giornalista, storico e scrittore.
[1](Indro Montanelli, Storia d’Italia, Vol 7 RCS Libri S.p.A, Milano 2003 pag 230-231. Opera originale I.Montanelli – M.Cervi, L’Italia Littoria, Rizzoli Editore 1979, Milano.)