martedì, novembre 27, 2018

Pubblicità di Italia Zuccheri: un esempio dei "mali" d'Italia.


Incompetenza, accondiscendenza ai diffusi luoghi comuni, ignoranza sui fondamentali dell'economia, superbi ed altezzosi.
Primo: incompetenza e accondiscendenza ai diffusi luoghi comuni
Italia Zuccheri non è altro che un brand commerciale della cooperativa COPROB che associa un gran numero di coltivatori italiani di barbabietole da zucchero ormai concentrati in Emilia-Romagna e Veneto.
La pubblicità ha lo scopo di valorizzare lo zucchero e afferma che Italia Zuccheri commercializza solo zucchero proveniente da barbabietole coltivate in Italia.
Questo messaggio si presta a varie letture. La prima è quella che lo zucchero italiano sia diverso da quello, che so, prodotto in Francia o a Cuba, la cosa è ovviamente non vera. Lo zucchero non è altro che la denominazione "volgare" di un composto organico denominato saccarosio, un disaccaride, composto da due zuccheri semplici il glucosio e il fruttosio.
Il saccarosio si trova in natura particolarmente abbondante in due piante, la canna da zucchero e la barbabietola, è presente anche in altre piante come ad esempio nella linfa dell'acero.
Prima del cosiddetto "Blocco continentale", emanato da Napoleone Bonaparte nel 1806 che dava inizio alla guerra commerciale (dopo quella militare) al Regno Unito, lo zucchero veniva importato in Europa dal centro-sud America o dall'oriente perché prodotto esclusivamente estraendolo dalla canna.
Nei primi anni dell'800 il francese Benjamin Delessert riuscì a perfezionare e industrializzare il processo chimico di estrazione dello zucchero dalla barbabietola ideato dal tedesco Franz Karl Achard.
Napoleone favorì la coltivazione della barbabietola e della indispensabile industria saccarifera.
Da un punto di vista chimico lo zucchero ottenuto dalla barbabietola o dalla canna è IDENTICO.
I succhi che si ottengono dalla barbabietola o dalla canna ad alto tenore zuccherino possono subire le identiche lavorazioni per arrivare al prodotto bianco. Anziché arrivare allo sbiancamento totale si possono usare tecnologie differenti e il colore dello zucchero assume quello più naturale ovvero leggermente brunastro.
La coltivazione della barbabietola da zucchero ha quindi una origine prettamente protezionistica. Protezionismo che è durato quasi due secoli infatti, solo con la riforma PAC dell'OCM zucchero (Organizzazione Comune di Mercato) del 2006 ha inizio un processo di liberalizzazione che ha portato ad una profonda riorganizzazione dell'intero comparto.
Secondo: ignoranza sui fondamentali dell'economia
Estrarre lo zucchero dalla barbabietola costa ca. il 30% in più rispetto alla estrazione dello zucchero dalla canna.
Su questo proseguirò nei prossimi giorni