giovedì, febbraio 21, 2019

La protesta dei pastori sardi: prima ma non ultima


Quello che sta succedendo in Sardegna è il risultato di una mancata integrazione tra componenti della filiera. Si continua a pensare all'agricoltura come di un settore nel quale il tempo si è fermato. Le trasmissioni televisive e i media ci continuano a propinare visoni bucoliche, vecchie cascine, antiche ricette, preparazioni alimentari di un tempo, ma se guardate bene certe immagini e avete un minimo di cognizioni igienico-sanitarie vi accorgereste che non c'è nulla, anche minimamente, che rispetta le più banali norme nella preparazione degli alimenti.
In questo contesto si continua a pensare e ad agire per comparti stagni, chi produce, chi trasforma, chi vende e chi consuma.
I politici si sono affrettati a trovare una soluzione "politica" e non si sono certo dilungati in una analisi "costi – benefici" oggi tanto di moda. Per far si che il prezzo del formaggio permetta una remunerazione del latte si interviene ritirando dai magazzini, che sono pieni, una certa quantità di formaggio.
Per chi ha un minimo di conoscenze di come funziona un mercato sa che si tratta di un provvedimento tampone. O prima o dopo quel formaggio dovrà essere venduto, mica si può conservare in eterno. Le forme di pecorino non sono lingotti d'oro !!!
Se vi è stato un eccesso di produzione di latte la si dovrà ridurre, più facile a dirsi che ha farsi. Chi deve rinunciare alla produzione? In che modo? Forse è meglio se "escono" dalla produzione le aziende meno efficienti. È facile dire che il prezzo del latte deve essere pari ad un Euro, così c'è profitto per tutti, ma ci sarà l'allevatore che ha un costo di 80 centesimi e quello che lo ha di 99. Il primo diventa ricco e il secondo rimane dov'è !!!
Produrre di meno per incassare di più? Strana teoria. Generalmente si può produrre di meno a condizione che il prodotto ottenuto sia qualitativamente migliore, oppure si devono impiegare i fattori in modo differente. Tutte cose facili da dirsi ma poco attuabili.
La ragione per cui i politici si sono affrettati a chiudere la vertenza, e il Ministro Centinaio è volato a Bruxelles senza indugi, risiede nel fatto che di queste crisi ce ne sono parecchie latenti e possono "scoppiare" in ogni momento.
Il settore suino soffre da mesi, prezzi bassi e poco remunerativi, poi c'è "prociuttopoli", uno scandalo molto tecnico di cui solo gli addetti parlano. Ci sono centinaia di migliaia di prosciutti crudi marchiati Parma non conformi per un problema di "razza suina di provenienza".
Anche il re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, deve stare, come si dice "in guardia", negli ultimi anni la produzione è aumentata dell'8%. Il formaggio arriverà sul mercato tra 8-12 mesi (tenete presente del periodo di stagionatura) e se l'export diminuisce saranno dolori!!!
Nell'agroindustria ci sono tanti problemi strutturali che non si vogliono affrontare, come del resto è possibile constatare in tanti settori produttivi.
Continueremo a "piangere sul latte versato".