Quello
che sta succedendo in Sardegna è il risultato di una mancata integrazione tra
componenti della filiera. Si continua a pensare all'agricoltura come di un
settore nel quale il tempo si è fermato. Le trasmissioni televisive e i media
ci continuano a propinare visoni bucoliche, vecchie cascine, antiche ricette,
preparazioni alimentari di un tempo, ma se guardate bene certe immagini e avete
un minimo di cognizioni igienico-sanitarie vi accorgereste che non c'è nulla,
anche minimamente, che rispetta le più banali norme nella preparazione degli
alimenti.
In
questo contesto si continua a pensare e ad agire per comparti stagni, chi
produce, chi trasforma, chi vende e chi consuma.
I
politici si sono affrettati a trovare una soluzione "politica" e non
si sono certo dilungati in una analisi "costi – benefici" oggi tanto
di moda. Per far si che il prezzo del formaggio permetta una remunerazione del
latte si interviene ritirando dai magazzini, che sono pieni, una certa quantità
di formaggio.
Per
chi ha un minimo di conoscenze di come funziona un mercato sa che si tratta di
un provvedimento tampone. O prima o dopo quel formaggio dovrà essere venduto,
mica si può conservare in eterno. Le forme di pecorino non sono lingotti d'oro
!!!
Se
vi è stato un eccesso di produzione di latte la si dovrà ridurre, più facile a
dirsi che ha farsi. Chi deve rinunciare alla produzione? In che modo? Forse è
meglio se "escono" dalla produzione le aziende meno efficienti. È facile
dire che il prezzo del latte deve essere pari ad un Euro, così c'è profitto per
tutti, ma ci sarà l'allevatore che ha un costo di 80 centesimi e quello che lo
ha di 99. Il primo diventa ricco e il secondo rimane dov'è !!!
Produrre
di meno per incassare di più? Strana teoria. Generalmente si può produrre di
meno a condizione che il prodotto ottenuto sia qualitativamente migliore,
oppure si devono impiegare i fattori in modo differente. Tutte cose facili da
dirsi ma poco attuabili.
La
ragione per cui i politici si sono affrettati a chiudere la vertenza, e il Ministro
Centinaio è volato a Bruxelles senza indugi, risiede nel fatto che di queste
crisi ce ne sono parecchie latenti e possono "scoppiare" in ogni momento.
Il
settore suino soffre da mesi, prezzi bassi e poco remunerativi, poi c'è
"prociuttopoli", uno scandalo molto tecnico di cui solo gli addetti
parlano. Ci sono centinaia di migliaia di prosciutti crudi marchiati Parma non
conformi per un problema di "razza suina di provenienza".
Anche
il re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, deve stare, come si dice "in
guardia", negli ultimi anni la produzione è aumentata dell'8%. Il formaggio arriverà sul mercato tra 8-12 mesi (tenete presente del periodo di
stagionatura) e se l'export diminuisce saranno dolori!!!
Nell'agroindustria ci sono tanti problemi strutturali che non si vogliono
affrontare, come del resto è possibile constatare in tanti settori produttivi.
Continueremo
a "piangere sul latte versato".