sabato, marzo 30, 2013

Bersani, Berlusconi e Grillo rappresentanti di una Italia in rovina



Voglio fare una previsione sulla decisione che Napolitano comunicherà questa mattina.
Devo fare una premessa.
Bersani, Berlusconi e Grillo (per quest’ultimo si deve dire che è rappresentante indiretto in quanto non formalmente eletto) sono stati democraticamente eletti dal popolo italiano. Ognuno quindi rappresenta ideali, aspettative, speranze, etica di ogni elettore. È questo l’aspetto sconvolgente.
Sintetizzo per ciascun personaggio.
Bersani, è diventato candidato premier dopo essere stato indicato, con le note primarie, dal 60% dei simpatizzanti il PD. Questo vuol dire che alcuni milioni di cittadini vogliono cambiare l’attuale sistema con gradualità, senza traumi. Faccio alcuni esempi: modificare il sistema pensionistico nel pieno rispetto dei “diritti acquisiti” il che vuol dire che diventa difficilissimo ridurre il costo del lavoro perché il numero dei pensionati aumenta mentre diminuisce quelli che lavorano, è ovvio che quest’ultimi saranno costretti a maggiori contribuzioni.
Con un  costo del lavoro elevato si è poco competitivi il che genera crisi e quindi una sorta di ciclo “vizioso”. Altro esempio è quello relativo alla PA, la macchina dello Stato è troppo complessa si occupa di troppe cose e le fa male, ci sono troppi dipendenti pubblici che gonfiano a dismisura una spesa improduttiva che nessun Stato moderno può permettersi eppure appena si è fatta la proposta della abolizione delle provincie, apriti cielo. Mille distinguo, mille cavilli, ecc.. tanto che al momento siamo al punto di partenza. Gli elettori / sostenitori di Bersani sono convinti che dando un colpo al cerchio ed uno alla botte tutto si possa sistemare.
Berlusconi è sostanzialmente un farabutto, uno che con le leggi ci “gioca” sempre pronto a sfidarle, ogni cosa che fa è tra legalità e illegalità. La sua etica è quella che vede l’individuo al centro del sistema sociale senza nessun riguardo per il bene comune. Ritiene che ogni individuo possa diventare ricco e se non lo si diventati è per incapacità. Berlusconi segue un “originale” principio calvinista. Piace perché sa essere furbo, le racconta talmente grosse che alla fine crede in quel che dice. È insuperabile a raccogliere consensi ma non riesce a governare. Il perché è semplice le sue proposte di governo sono inconsistenti e mai compiutamente definite.
Grillo è il rivoluzionario. Piace. È ignorante, una dimostrazione. Il “tutti a casa” e gli attuali “onorevoli” hanno portato questo paese alla bancarotta sono affermazioni condivisibili, ma si dimentica che quelle persone sono state elette democraticamente, sono dei rappresentanti “primus interpares”, tutti, indistintamente. Gli eletti nel M5S non sono diversi dagli altri, se lo diventano o se lo vogliono diventare il M5S dovrà proporsi come movimento anticostituzionale e conquistare il potere con la forza.
Essere “rivoluzionario” vuol dire abolire questa costituzione, quanti “cittadini” sono disposti a seguirlo su questa strada che non si sa esattamente dove porterà ?!!.
Con queste premesse Napolitano potrebbe aver chiesto ai partiti ed in particolare PD e PDL se hanno la reale intenzione di riformare la legge elettorale. Nel caso in cui abbia raccolto consenso su tale proposta allora potrà dare l’incarico di formare un governo alla più alta carica istituzionale a garanzia della Costituzione ovvero al Presidente della Corte Costituzionale. Se questo tentativo estremo non ha avuto esito, non gli restano che le dimissioni. Per l’Italia vuol dire cadere in un baratro nel quale non si sa certo cosa troverà sul fondo.
Speriamo che alla fine un barlume di saggezza sia rimasto !!!!