La “mozzarella alla diossina” e l’Alitalia sono le facce della stessa medaglia.
Su Internet si trova di tutto e spesso è fonte poco affidabile perché è difficile stabilire l’autorevolezza di chi da certe informazioni eppure un vantaggio ce là basta digitare una frase, fare un clic, ed ecco apparire centinaia di riferimenti.
Scrivendo “mozzarella bufala diossina” Google Italia (2 aprile 2008) restituisce 36400 riferimenti.
Sfogliando come d’abitudine i vari titoli sono attratto da “Latte alla diossina. Sequestrate 12 aziende zootecniche, 6000 capi di bestiame e 40 tonnellate di latte” e poi da:
“CAMPANIA, Centinaia le analisi sugli allevamenti predisposte dai magistrati.
Indagini sul latte alla diossina. L’indagine è stata avviata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da oltre un mese. Altissimo il livello di diossina rilevato: 27 picogrammi,dieci volte oltre quello consentito”.
Sono rimasto stupito di queste notizie tutt’altro che tranquillizzanti e incuriosito ho letto gli articoli. Sorpresa, i fatti si riferiscono al marzo 2003. Si avete letto bene l’anno, il 2003, ovvero 5 anni fa !!!!
Che cosa è stato fatto in tutto questo tempo, mi viene da dire niente !!!
Ecco perché dico che le “mozzarelle” e l’Alitalia sono le facce della stessa medaglia, la nostra classe dirigente da anni non è in grado di prendere decisioni, di operare concretamente per la risoluzione di problemi gestionali ne tanto meno è in grado di formulare progetti strategici per il futuro di settori vitali del nostro paese quali sono appunto il turismo (trasporti) e l’agroalimentare.
Dal 2003 ad oggi il legislatore europeo ha emanato norme precise in riferimento alla sicurezza alimentare. Che cosa ne è nei fatti del regolamento CE 178/2002 ?. Di “rintracciabilità” si è riempito la bocca chiunque, fiumi di parole, pagine e pagine di relazioni e di articoli, ore di convegni, ecc.. si deve concludere che è solo bla, bla, bla… In pratica nessuno ha fatto niente.
Se la diossina è stata riscontrata con valori preoccupanti dal 2003, possibile che a nessuno è venuto in mente di monitorare il fenomeno in modo sistematico e rigoroso?!!. Si sperava nell’italico stellone ?!!
Del “pacchetto igiene” con i suoi 4 regolamenti CE neanche a parlarne, cose da marziani.
Dato il contesto nel quale operano i produttori campani sarebbe stato necessario applicare in modo meticoloso quanto previsto dalle norme sulla rintracciabilità ed inoltre si dovevano adottare sistemi HACCP per il monitoraggio del latte proprio perché è manifesto un rischio per la salute.
Che senso ha dire che solo il 3% dei campioni ha rilevato livelli superiori a quelli stabiliti. Ma quel 3% a chi si riferisce? Chi ha prodotto mozzarelle con latte non idoneo?. Altra precisazione: mozzarella con la diossina non ne abbiamo esportata. Allora ce la siamo mangiata noi !!. Bella consolazione.
In questi giorni ho “navigato” sui siti istituzionali e questo è il quadro ad oggi 2 aprile. L’ ultimo comunicato del Ministero della Salute è del 30 marzo e titola “TURCO: evitato il blocco totale delle esportazioni. Martedì incontro con produttori ed allevatori”. Il MiPAAF riporta il comunicato del 31:” Mozzarella di bufala, evitato il blocco totale esportazioni. Domani De Castro, Turco e Patta incontrano produttori e allevatori”. L’agenzia ANSA alle 12,00 del 1 aprile (e non è uno scherzo) pubblica una nota dal titolo “MOZZARELLA: DE CASTRO, 20 MILIONI A CASEIFICI” ed il testo riporta la notizia del blocco totale del commercio di mozzarella fatta con il latte campano per i prossimi 15 giorni.
Sul sito del Consorzio di tutela della “Mozzarella di bufala campana” l’ultimo “comunicato” è datato 25 marzo e titola “Controlli Tokio non solo bufala” nel quale si afferma che il Giappone non ha bloccato le importazioni di mozzarella ma ha intensificato controlli su tutti i prodotti lattiero caseari quindi un monito per tutti. Lo stesso sito nelle “news” (non riesco a capire la sottile differenza tra “comunicati” e “news”) l’ultima del 21 marzo titola “Informazioni ai consumatori” e rimanda ad un allegato che non si riesce a consultare.
Ma il Consorzio non è avaro di notizie infatti nel comunicato stampa del 20 marzo n2. scrive:”Non ci sono soci del Consorzio Tutela tra gli indagati.
Da quanto risulta al Consorzio Tutela Mozzarella di bufala Campana Dop, i 9 caseifici sottoposti ad ispezione ed indagine da parte della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nell’inchiesta sulle diossine, non sono soci del Consorzio, ma sono tutti meri fruitori del marchio Dop.”
Avete letto bene?!. Il marchio Dop lo può usare chiunque, i commenti e le considerazioni li lascio ai lettori.
Nei siti consultati non un dato, non una tabella niente di niente su cosa è stato fatto negli anni su rintracciabilità e controlli.
Avere la DOP non è un punto d’arrivo è un punto di partenza, in un mondo globalizzato non si possono prendere in giro i consumatori. Con le scartoffie ed i regolamenti non si va da nessuna parte. Nell’era dell’ICT (Information Computer Technology) si deve saper fornire dati certi ed è da questi che si ottengono le informazioni che poi devono essere divulgate nei modi appropriati. Ma se non si è in grado di fornire dati allora le notizie diventano incontrollate ed è ciò che sta accadendo, le conseguenze sono evidenti. Possiamo lamentarci e chiedere il risarcimento di danni ma ciò non risolve il problema.