Consiglio al lettore di leggere una prima volta il testo e poi i brani musicali indicati con i link
Il 1°
gennaio ho ascoltato alcune romanze dal concerto che veniva trasmesso in
diretta sulla Rai dalla Fenice di Venezia.
Il tenore
cantava la romanza Vesti la giubba
dall’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
La trama
dell’opera è semplice. Si riferisce ad un fatto di cronaca realmente accaduto tra
i componenti di una piccola compagnia di teatranti (leggi trama). Nedda,
giovane e bella, tradisce il marito Canio il pagliaccio, con Silvio. Tonio,
altro componente della compagnia, brutto e deforme innamorato di Nedda, si
vuole vendicare per l’amore non corrisposto e riferisce a Canio del tradimento.
Durante la rappresentazione della commedia, Canio, accecato dalla gelosia uccide
Nedda e Silvio.
L’opera verista
di breve durata, poco più di un’ora, viene spesso rappresentata insieme all’altra
opera verista per eccellenza, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (leggi trama).
Si consuma
un delitto “d’onore”, a causa della tresca amorosa tra Lola e Turiddu. Compare
Alfio, marito di Lola sfida Turiddu in duello e lo uccide. (romanza Addio alla mamma).
Giacomo
Puccini mette in musica Tosca (leggi trama) tratto dal
dramma teatrale di Victorien Sardou.
Tosca uccide,
oggi si direbbe per legittima difesa, il barone Scarpia capo della polizia
papalina del 1800, che la voleva violentare (Tosca atto secondo) ma a
sua volta si suiciderà quando il suo amante Mario Caravadossi viene fucilato. Violenza
chiama purtroppo violenza.
Voglio però
ricordare che Puccini aveva un grande rispetto per le sue eroine. In Turandot, l’ultima
opera incompiuta di Puccini, Liù sacrifica la propria vita per non svelare il
nome del Principe Ignoto (..Tu, che di gel sei cinta).
Tra i
grandi del melodramma come non ricordare Giuseppe Verdi che musica l’Otello. Dramma
della gelosia che termina con l’uccisione di Desdemona (… niun mi tema …)
Donne, vittime
che pagano con la vita le loro libere scelte, forse la società dell’800 e della
prima metà del ‘900 le considera come esseri da sacrificare.
Eppure non
è stato sempre così il grande Mozart nella sua trilogia Le nozze di figaro, Don
Giovanni e Così fan tutte sostiene i diritti delle donne. Lidia Bramani nel suo
saggio Mozart massone e rivoluzionario lo evidenzia e lo sottolinea più volte
nelle tante arie delle sue opere, Mozart esprime quindi un pensiero decisamente
inusuale e rivoluzionario per quel tempo.
Nelle Nozze
di Figaro la Contessa è il personaggio virtuoso che nel perdonare i tradimenti diventa
esempio di una morale molto anticonformista per quel tempo (..Dove sono i bei momenti
- Le nozze di Figaro - W.A. Mozart).
Don
Giovanni pagherà con la morte le sue scelleratezze e alla fine dell’opera
Leporello canta: Tra fumo e fuoco... badate un
poco... l'uomo di
sasso... fermate il
passo...
Giusto là
sotto diede il
gran botto, giusto là
il diavolo se 'l
trangugiò.
(ascoltate lo stupendo finale
del secondo atto)
Così fa
tutte è spesso
considerata opera frivola, ma così non è. Nell’intricato gioco di coppia gli
amanti di Fiordiligi e Dorabella sono quelli che collezionano solo delle “brutte
figure” mentre le due donne, seppur ingannate riescono a riscattare la propria
moralità e saggezza.
Per cercare
di ridurre la crescita degli atti di efferata violenza verso le donne la
politica intende inasprire le pene e introdurre nuovi reati. Tutto ciò è
condivisibile ma non credo che tali provvedimenti siano veramente efficaci.
Padre Aldo
Bergamaschi definiva i 10 Comandamenti come la linea dell’orizzonte che separa
l’animalità dalla umanità. Le norme degli Ebrei rappresentano in ogni caso il
risultato di una evoluzione etica, sociale e culturale non indifferente per quei
tempi. Poi è arrivato Cristo e ha “alzato l’asticella” quando ha detto, pur
facendo riferimento alla tradizione ebraica, “Ama il prossimo tuo come te stesso”,
punto. Il cristianesimo pur nella continuità della tradizione ebraica è
rivoluzionario e quindi discontinuo, prova ne è che quando i Farisei
presentarono a Gesù una donna accusata di adulterio per dilapidarla pronunciò
la frase “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.
Anche il
pensiero laico si è evoluto, pur se con maggiore lentezza. Con la rivoluzione
americana si pongono le basi per il riconoscimento dei diritti quando si scrive
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli
uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi
inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il
perseguimento della Felicità”.
La via per
la parità dei diritti è aperta anche se dopo quasi 250 (la Dichiarazione di
indipendenza è datata 4 luglio 1776) non si può certo affermare che la meta è
stata raggiunta.
Gli atti di
violenza, abuso, e discriminazione nei confronti delle donne diminuiranno fino
ad annullarsi solo se gli uomini cresceranno sotto il profilo etico, sociale e colturale.
Sintetizzando,
è un problema educativo a 360 gradi, dalla famiglia alla scuola, dalla musica
all’arte. Purtroppo in questa epoca non si riscontrano situazioni molto positive,
assistiamo a una preoccupante deriva involutiva, una sorta di abbruttimento
quasi un imbarbarimento della società e delle sue massime forme espressive.
Da melomane
chiudo con il grande affresco del finale del Flauto Magico di Mozart.
Tamino ha
superato tutte le prove per raggiungere la perfezione e come premio potrà
unirsi alla sua Pamina. La Regina della notte è sconfitta.
La voce profonda
di Sarastro, i toni sublimi del coro marcano il trionfo dell’amore sull’inganno
e l’ingiustizia e ci devono dare la fiducia che un mondo migliore è possibile.
Riporto il
testo del libretto di Emanuel Schikaneder della la scena finale dell’opera.
MONOSTATO,
LA REGINA E LE TRE DAME
Ma
zitti, zitti, zitti, zitti! Tra poco penetriamo nel Tempio.
MONOSTATO
Però,
Regina! mantieni la parola! Sii leale! Tua figlia deve essere mia sposa!
REGINA
Io
mantengo la parola! è mia volontà: Mia figlia sarà tua sposa!
LE TRE DAME
Sua
figlia sarà tua sposa! (S’ode un tuono cupo e rumore d’acqua)
MONOSTATO
Ma
silenzio, io sento un rumore tremendo, Come di tuoni e cascate.
REGINA E LE
TRE DAME
Sì,
questo rumore è spaventoso Come eco di tuono lontano!
MONOSTATO
Ora si
trovano nelle sale del Tempio.
TUTTI
Là li
vogliamo sorprendere, Cancellare i bigotti dalla Terra Con fiamme infuocate e
spada potente!
LE TRE DAME
E MONOSTATO (in ginocchio)
A te,
grande Regina della Notte, La nostra vendetta sia portata in offerta! (Tuoni, lampi, tempesta)
MONOSTATO,
LA REGINA E LE TRE DAME
Annientata,
annullata è la nostra forza, Noi tutti precipitiamo nella notte eterna! - (sprofondano)
Tosto
l’intera scena si trasforma in un sole.
SCENA
ULTIMA
Sarastro
sta in alto; Tamino, Pamina, entrambi in abito sacerdotale. Accanto a loro i
sacerdoti egizi da entrambi i lati. I tre fanciulli reggono fiori.
SARASTRO
I raggi
del sole dissipano la notte, Annullano il potere carpito con frode da
ipocriti.
CORO DI
SACERDOTI
Sia
salve a voi consacrati! Voi penetraste attraverso la notte! Sia grazie a te, Osiride! Si rechi grazie a
te, Iside!
La
fermezza ha vinto, E incorona quale premio La bellezza e la saggezza con lode
eterna!
Vi consiglio
di ascoltare e vedere il
brano