venerdì, novembre 14, 2008

Tre buone ragioni per NON fare sciopero

Oggi è stato proclamato un giorno di “lotta” per l’Università.
Quanto sa di vecchio e stantio questo slogan.
Questo governo non mi piace affatto, soprattutto quando vedo la faccia del Berlusca con quel suo sorrisetto che sembra dire in continuazione: “ ci sono qua io, sono il salvatore della Patria, so tutto e posso fare tutto, se non ci riesco e per colpa di tutti gli altri che non hanno le mie capacità”.
Quanto sta facendo il Ministro Gelmini è criticabile su molti aspetti. Come esempio basta leggere il testo del Decreto Legge del 10 novembre 2008, n. 180, quello che “riforma” i concorsi. I criteri adottai per la costituzione della commissioni sono in pratica assai complesse (dato che alcuni SSD sono molto piccoli), tanto valeva abolire le elezioni e sorteggiare i commissari tra tutti i docenti del settore scientifico. Meglio ancora sarebbe stato abolire i concorsi. Le Commissioni sono state manipolate in mille modi e basta “navigare” un po’ per rendersi conto dei tanti ricorsi ancora pendenti sulle commissioni e sui concorsi di quegli anni.
Quindi non siamo proprio sulla “strada giusta”, ci sono buone intenzioni ma si stanno usando metodi vecchi.
Ma veniamo ai 3 buoni motivi per NON fare sciopero perché riguardano l’Università come responsabile prima dei tanti problemi di oggi.
Primo.
Autonomia. L’Università non ha adottato metodi innovativi di gestione. Ad esempio ha fatto il gioco delle PA locali accettando finanziamenti per la costruzione di sedi decentrate, ma in cambio ha assunto personale docente e non per accontentare i bisogni clientelari delle PA. Oggi si protesta perché non si hanno i soldi per pagare gli stipendi, ma questo stato di cose era facilmente prevedibile nel momento in cui si è violata una specifica disposizione di legge che vietava il superamento del 90% della spesa per personale delL’FFO (Fondo di Finanziamento Oridnario)
Secondo.
Reclutamento. La gestione dei concorsi per sede è stata a dir poco scandalosa. Come ho scritto poco sopra con la 382 del 1980 si sono fatti “giochi sporchi”, ma con il reclutamento per sede il nepotismo ha raggiunto livelli inqualificabili e di questo la responsabilità primaria è delle Università, non prendiamocela con il solito “governo ladro”, bastava fare ed indire i concorsi per soddisfare le reali esigenze di questo o quel settore non per gli interessi di questo o quel gruppo di “baroni”…
Terzo.
I corsi di studio. La proliferazione dei corsi di studio è la conseguenza sciagurata all’adozione del principio “Nuove sedi, Nuovi corsi” favorito dalla riforma del 3+2 (crediti, ecc). Questi corsi sono stati voluti dalle Università e quindi è inutile prendersela con chi di tutto questa non ha responsabilità. Gli studenti sono le vittime di un sistema formativo sciagurato e dovrebbero contestare i docenti e le Università. Mettersi a fare lezione in piazza è un non senso perché sono i docenti i primi e veri responsabili di questo stato di cose quando nelle Facoltà e negli Atenei hanno deliberato l’attivazione dei corsi di studio.
Oggi vado al mio posto di lavoro nell’Università e spero di fare, per quanto possibile, al meglio il mio dovere di docente.