martedì, agosto 18, 2020

App Immuni: “… chi era costui…( disse Don Abbondio)

In giorni ancora lontani dall'emergenza covid-19, il 10 febbraio 2020, scrivevo sull'opportunità dell’uso di strumenti informatici per controllare e monitorare la diffusione del virus. Nei giorni dell’emergenza e anche in questi giorni gli scienziati per contrastare la diffusione del virus ci propongono tecniche manzoniane ovvero distanziamento e luogo di confinamento (che ai tempi di Manzoni si chiamava “lazzaretto”). Dobbiamo sempre tener ben presente che distanziamento e confinamento non sono la cura contro il virus ma sono metodi per ridurne la velocità di diffusione e quindi l’uomo ha più tempo e più possibilità di generare una maggiore resistenza alla malattia. Un rallentamento nella diffusione ci permette, forse, e il condizionale è d’obbligo, di mettere a punto farmaci antivirali o un vaccino (cosa comunque non facile).

Mi chiedo e vi chiedo perché nelle varie interviste i medici, gli esperti, ecc. non mettono in evidenza i vantaggi che si otterrebbero dalla adozione diffusa e capillare dell’app “Immuni”. Dai dati divulgati l'installazione dell'app sarebbe un flop, 4-5 milioni di utenti rispetto ai 30 necessari.

Meglio mettere in quarantena una nazione intera di 62 milioni di abitanti o qualche migliaio di persone sparse quale è la in 8000 comuni? La risposta mi sembra banale e ovvia.

I provvedimenti restrittivi di questi giorni, soprattutto nei confronti della “movida” e per i locali da ballo hanno un fondamento considerata la “sacralità” data alla “norma di precauzione” però perché non abbinarli all'obbligo nell'utilizzo dell’app immuni. Se dispongo la chiusura di un locale per ragione non posso prevedere ad esempio che l’accesso in un locale è possibile solo alle persone che hanno attivato l’app Immuni?

In questi giorni i turisti che arrivano da alcune nazioni (Spagna, Grecia, ecc..) i devono fare il tampone. Si tratta di test che ha una validità limitata anche perché esco l’aeroporto e mi posso infettare nel taxi, ovviamente meglio di niente, però perché le autorità non possono verificare e obbligare l’installazione dell’app Immuni esattamente come si fa per il tampone?

Si costringono i ristoratori a adottare precauzioni di varia natura, distanziamento, igiene, ecc. perché non si può stabilire che per andare al ristorante devi aver attivato l’app e il ristoratore ha l’obbligo di verificarlo.

Un'altra situazione nella quale l’attivazione dell’app dovrebbe essere obbligatoria è quello della scuola, per studenti e docenti, anche in questo caso con vantaggi innegabili soprattutto se abbinati ad un diffuso utilizzo di test salivali rapidi.

Si afferma che il diritto alla riservatezza è “inviolabile” e quindi l’app violerebbe la privacy delle persone, questo però è un caso assolutamente circoscritto che fa riferimento ad aspetto sanitario che riguarda la salute pubblica.

Se ci fosse un po' di fermezza in chi ci governa e dopo aver tanto “sbandierato” l’app Immuni coerentemente la si dovrebbe imporre in determinati contesti e situazioni.

lunedì, agosto 17, 2020

Pandemia, puzzle e sistemi economici.

Sono più di cinque mesi che non scrivo, il motivo è semplice e ben evidenziato nelle prime righe del post scritto il 15 marzo: “… Le conseguenze (della pandemia) si protrarranno per un tempo ben maggiore rispetto alla fine dell'emergenza sanitaria. Per farla breve ci leccheremo le ferite di questa catastrofe per un bel po’.” Ci sono stati troppi provvedimenti, troppe presi di posizioni su questo e quello, troppa informazione “pilotata” per scopi poco chiari, troppa disinformazione, molti hanno parlato a sproposito, molti non hanno parlato perché anche se avevano cose giuste e sagge da dire non sono stati ascoltati. Così in questo contesto poco costruttivo e poco edificante me ne sono stato zitto, almeno sul mio blog. Mi hanno sopportato parenti e amici e a loro chiedo scusa se sono stato “pesante”.

Una precisazione.

I sistemi economici assomigliano ai puzzle.

Supponiamo di voler fare un puzzle di quattro o cinque mila pezzi che rappresenta la foto di un paesaggio montano, sapete uno di quelli belli, delle Dolomiti. Quando aprite la scatola, la confusione è tanta e come prima cosa, siccome avete tanta pazienza, dividete le tesserine in base alla forma e al colore.

In mezzo a tanti pezzi, grazie anche ad un po' di fortuna, ne trovate due che combaciano perfettamente e da lì iniziate il lungo e paziente lavoro di trovare tutte le tessere che combaciano tra di loro in modo perfetto e che vi permetteranno dopo parecchio tempo di vedere l’immagine compiuta della fotografia.

Oggi i sistemi economici sono composti da tante tessere tutte diverse e se volete che il tutto si presenti in modo tale da essere considerato “finito” e fruibile dovete trovare la tessera giusta che va al posto giusto, mica potete metterle lì a caso. C’è anche un altro aspetto che non va dimenticato. Il puzzle “sistema economico” non è mail finito perché appena credete di aver trovato l’ultima tessera mancante l’immagine originale è cambiata, magari solo in un dettaglio e, quindi, dovete con pazienza trovare le nuove tessere, appena finito un dettaglio ne cambia un altro e così si riprende da dove ci si è interrotti. In realtà non si finisce mai, ma il lavoro fatto deve essere, in ogni caso, un insieme di tessere che combaciano perfettamente altrimenti la foto del paesaggio alpino non la vedrete mai.

Con la “pandemia” ci ritroviamo a dover non solo rifare un dettaglio, ma tutto il puzzle quindi quando ci dicono che si farà questo e quello nessuno può sapere in quanto tempo e in che modo anche perché di pazienza ne abbiamo poca ma soprattutto troppe mani prendono in mano le tessere e continuamente le sparpagliano.

Questo è il contesto nel quale ci troviamo, con centinaia di provvedimenti che non sono in grado di “mettere ordine” anzi fanno solo confusione.

Tutte le nostre criticità si riproiettano nella situazione attuale, tanto che non sappiamo se il nostro sistema economico sarà in grado di reagire e trovare nuove opportunità nel post covid-19.

Paradossalmente abbiamo l’occasione per una rinascita vera, un ripensamento del ruolo dello stato e di tutte le pubbliche amministrazioni.

Ma io all'orizzonte vedo solo nuvoloni e nei prossimi giorni farò riferimento ad alcuni provvedimenti di cui tanto si parla ma che a mio avviso dovrebbero radicalmente cambiare “senso di marcia” per dare nuovo impulso ad un sistema in “terapia intensiva” con la percentuale di sopravvivenza da pandemia.