giovedì, febbraio 26, 2009

Adesso si litiga sulle quote latte: è la solita storia…

Sta succedendo esattamente quello che ho scritto nei post del 3 e 6 febbraio.

Il decreto sulle “quote latte” sta sollevando non pochi problemi nella sua attuazione. Vi chiederete per quale motivo, dato che “finalmente” la quota nazionale copre la produzione di latte in Italia. Semplice, in 15 anni non si è riusciti a risolvere il problema di coloro che delle quote se ne sono sempre fregati. Si tratta di una minoranza, ma come spesso accade è agguerrita e mai doma.

Il Ministro corre il serio rischio di aver riportato a Bruxelles una “vittoria di Pirro”, infatti si trova a dover affrontare i problemi su due fronti. Uno rappresentato dai “cobas” spalafonatori, insoddisfatti perché per “mettersi in regola” devono pagare le multe con gli interessi (anche piuttosto alti rispetto l’EURIBOR di questi giorni), l’altro quello dei produttori “in regola” perché non possono migliorare la produttività della impresa aumentando la produzione perché come ci ha imposto la UE in caso di superamento la multa diventa “salatissima”.

Proprio una bella gatta da pelare. Ma ben gli sta ad un Ministro che, come ho scritto, si lascia abbindolare da consiglieri bugiardi ed incompetenti. Si tenga anche presente che il prezzo del latte è in calo, si parla di quotazioni attorno ai 0,30 -0,31 euro al litro quindi un calo di quasi il 20% rispetto ad un anno fa.

Non ho neppure stima delle Associazioni di Categoria che solo adesso si “svegliano” quando c’è un Decreto che dovrà essere approvato entro i primi di aprile.

Ho il sospetto che in prima istanza abbiano avvallato l’operato del Ministro poi visto che la base si stava incattivendo allora hanno cambiato strategia

E se il governo chiede per l’ennesima volta la fiducia? È così che si risolvono i problemi !!!!

Quote, quote, quote ne parleremo ancora per un pezzo….

mercoledì, febbraio 25, 2009

I compensi dei manager delle banche: il caso Profumo

Su “LaVoce” è stato pubblicato un bell’articolo sui compensi dei manager delle banche italiane. È anche interessante scorrere i nomi elencati in una tabella allegata.

Io sono stato per oltre 10 anni l’uomo più potente d’Europa, tutti i Re mi dovevano rispetto e tanti lo sono diventati perché io l’ho voluto.

I miei generali si sono arricchiti con razzie e corruzioni e tanti devono la loro ricchezza perché sono stati al mio servizio.

Ho accumulato ricchezze immense per la Francia ed il popolo francese, ma per me niente.

Quando sono finito sullo “scoglio” di Sant’Elena avevo  la collana di diamanti che mi ha dato la mia figlioccia Ortensia ed il mio servizio d’argento.

Con questo “tesoro” ho vissuto gli ultimi anni della mia tribolata vita. Ho venduto il servizio d’argento a pezzetti, rompendo le posate, perché non volevo che gli Inglesi potessero avere un mio cimelio. Oggi il compenso dell'A.D. Profumo potrà anche essere proporzionato alla responsabilità del suo incarico. La società di oggi usa un principio molto semplice, ovvero più è alto il tuo "valore" e più ricevi. Questo vale per il calciatore, per il cantante, l'attore e così via. Il "valore" dell'individuo è dato dalla sua capacità di far guadagnare tanti soldi a tanta altra gente.

Profumo ed i suoi colleghi manager sono all'altezza delle loro funzioni?

Mi sembra che valgono molto meno di un qualsiasi soldato della “Vecchia Guardia” che per pochi soldi ha salvato l’onore della Francia sacrificando la propria vita.

Viva la Rivoluzione !!!!

lunedì, febbraio 16, 2009

Giulio Tremonti: parli bene e “razzoli” male, ricordati degli azionisti di Alitalia

L’altro ieri il ministro Tremonti ha pronunciato parole sagge come: “buon governo”, “trasparenza finanziaria”, “comportamento etico”, “tutela dei cittadini”. Forse il ministro Tremonti ci prende tutti per degli smemorati, non era lui quello che ha fatto della “finanza creativa” un motto.

Certo le “cartolarizzazioni” sono state un’esigenza di molti governi per trovare fondi al fine di evitare la bancarotta, ma Tremonti ne ha fatte veramente tante di ogni tipo.

Questa crisi finanziaria ha origini lontane e ci sono le responsabilità di molti, ma il ministro Tremonti per quanto riguarda l’Italia oggi non ci può dare certo lezioni di morale. (vedi il bel filmato su YuTube)

Senza andare troppo indietro nel tempo forse è bene ricordate al ministro che abbiamo letteralmente buttato 3 miliardi di euro nella faccenda Alitalia e che migliaia di risparmiatori, piccoli azionisti e possessori di obbligazioni, non vedranno più un “becco di un quattrino”, perché questa è la realtà.

Più nessuno ne parla. Questa è la “trasparenza” e la “tutela dei risparmiatori” di cui parla Tremonti ?, “alla faccia !!!”

E che dire di un’altra vicenda scandalosa che si trascina da 25 anni come quella delle “quote latte” che permette a poco più di 2000 allevatori di essere debitori di quasi 2 miliardi di euro e di poterli restituire in 30 anni !!! Questa è per caso l’”Etica” di cui si parla e si propugna?.

Cari lettori apriamo gli occhi e le orecchie e facciamo funzionare le nostre cellule grige questa classe politica (destra e sinistra) si merita ben poco.  

martedì, febbraio 10, 2009

Per Eluana Englaro: Pace

La dolorosa, triste vicenda di Eluana Englaro si è conclusa. La sua esistenza non era vita, perché vivere vuol dire avere relazioni con gli altri. Basta poco, il battito di un ciglio, rispondere si o no ad una domanda. Sappiamo di coloro che, anche se gravemente infermi, riescono a comunicare grazie all’uso di sofisticate tecnologie e ci hanno lasciato testimonianze incredibili.

Ma Eluana viveva senza vivere. Il cristiano crede nella resurrezione, nella vita eterna, in uno spazio senza tempo nel quale l’anima potrà godere della vista della luce eterna emanata da Dio. Mi chiedo perché in questi giorni ci si è tanto accaniti nel proclamare la necessità di forzare la vita terrena quando quella eterna è ben più grande ricompensa per chi come Eluana avrà senza dubbio tanto sofferto?

Pace a te Eluana, Dio ti ha accolto tra le sue anime.

Mi viene in mente l’aria che  chiude l’opera Aida di Verdi. I violini con toni dolci e soavi accompagnano Aida e Radames che cantano:

“O terra, addio, addio, valle di pianti

Sogno di gaudio che in dolor svanì

A noi si schiude il ciel e l’alme erranti

Volano al raggio dell’eterno di.”

E quando Aida muore tra le braccia di Radames, la voce bassa e calda di Amneris canta:

“Pace t’imploro, pace,  pace, pace !”

venerdì, febbraio 06, 2009

Quote latte: disprezzo per il Ministro Zaia

Se il Ministro Zaia fosse un mio subalterno lo degraderei sul campo di battaglia per vigliaccheria. Ritenere che tutta la vicenda delle “quote latte” sia da attribuire al Ministro Filippo Maria Pandolfi è una vera e propria vigliaccata.

Forse il Ministro Pandolfi che fu anche Vice Presidente della Commissione Europea non replicherà, ma mi auguro che ci sia qualche personalità di spicco che possa dire la verità.

La responsabilità principale è stata delle Associazioni di Categoria le quali indussero il Ministro a sottovalutare il problema e accortosi dell’errore cercarono di gestire il tutto con la allora famosa “UNALAT”.

Con il fallimento della “compensazione nazionale” il legislatore si trovò a gestire una situazione talmente complicata che lo portò a fare e disfare leggi e decreti uno peggio dell’altro. Il caos è stato totale. Negli anni 90’ la responsabilità di quanto successe fu veramente di molti.

Nel 1983 la situazione era diversa e i responsabili hanno nome e cognome e si sappia che Filippo Maria Pandolfi di tutta questa vicenda fu vittima.

martedì, febbraio 03, 2009

Quote latte: una “verità” che non si può scrivere

Il Consiglio dei Ministri del 30 gennaio ha approvato un decreto leggio che, sulla base di quanto dice il Ministro Zaia, dopo 25 anni mette fine alla annosa questione delle quote latte.

Cari lettori potete andare sul sito del Governo per leggere quanto è stato detto durante la conferenza stampa.

Decine di siti riportano le frasi del Ministro peccato che del testo del decreto, nemmeno l’ombra, almeno io a tutt’oggi non sono riuscito a trovarlo.

L’iter dice che deve il testo deve essere approvato dalla Conferenza Stato Regioni e senz’altro i responsabili delle Associazioni di categoria avranno dato l’avvallo al testo e quindi un po’ di “trasparenza” sarebbe auspicabile. Il Ministro può dare delle “interpretazioni” che non coincidono esattamente on il testo della legge.

Sulla base di quanto detto e scritto voglio soffermarmi su due aspetti.

Primo. A mio modesto parere quanto affermato dal Ministro può essere fonte di un contenzioso di non poco conto. In pratica “l’aumento di quota” è destinato agli allevatori che hanno “splafonato” ovvero quelli che delle leggi e delle norme se ne sono sempre fregati e quindi perchè premiarli con una sanatoria?

Per dar corso a questa “sanatoria” non onerosa il Ministro chiede in cambio il pagamento della multa anche se dilazionata e “caricata” degli interessi.

Diciamocelo ci vuole proprio una bella “faccia tosta” a dire che questo decreto mette fine ad un contenzioso durato 25 anni.

Questo decreto, se contiene quanto affermato, è l’ennesima prova che questo paese è governato da potentati che fanno della legalità quello che vogliono.

Questo decreto è un vero e proprio affronto per tutti gli allevatori che con fatica e sacrifici hanno fatto di tutto per rispettare leggi e norme.

Secondo. Il Ministero ha preparato 5 slide per presentare il “Decreto sulle quote latte”. La seconda slide ha per titolo “Le quote latte italiane: la storia” e quanto vi è scritto è totalmente falso.

Ritengo “scandaloso” che un Ministro avvalli quanto è stato scritto.

Il Ministro nel 1984 (anno dell’entrata in vigore delle quote latte) aveva 16 anni e forse è bene che sappia che il Ministro Pandolfi non era un marziano. In quegli anni, come del resto oggi, il Ministero prende “ordini” dalle Associazioni di Categoria ed in quegli anni era la Coldiretti (leggi DC) che dava l’avvallo per questo o quel Ministro.

Come si può sostenere quello che è scritto nella slide.

Zaia non sa che l’Italia affidò all’AIA (Associazione Italiana Allevatori) nell’anno 1984 la rilevazione dei quantitativi individuali di produzione per il periodo 1982/1983.

In diverse province, spesso su indicazione delle Associazioni di Categoria, questi questionari non vennero compilati.

I questionari raccolti venne in parte elaborati dall’AIA e dalle Associazioni di Categoria. Il fatto sconcertante fu che la somma del latte “prodotto” era ben al di sotto dei dati statistici ufficiali.

Il Ministro, non potendo utilizzare i dati scaturiti dalla rilevazione dell’AIA dovette consultarsi con le Associazioni ed in una riunione venne deciso il dato (quota latte) che doveva da luogo al contenzioso che dura da 25 anni.

Il Ministro dovrebbe ben sapere che la “Quota nazionale” prevista dal regola mento del 1984 fa riferimento alla sommatoria delle produzioni dei singoli produttori e non da un dato statistico.

Ritengo che un Ministero non possa scrivere tali falsità storiche.

Temo che questo non sia solo un episodio, stiamo vivendo una situazione veramente difficile.