martedì, aprile 23, 2013

Un inchino a sua Maestà Giorgio Napolitano.



Ho sentito il discorso d’insediamento Giorgio Napolitano.
Giornalisti prestigiosi sapranno commentare e valutare in modo egregio l’intero discorso.
È stato più il discorso di un monarca e non quello di un Presidente della Repubblica perché ha detto chiaro e tondo che Senatori e Deputati, essendo incapaci di accordarsi, hanno dovuto fare riferimento all’esistente.
La “continuità” in questo caso è un alibi che nasconde, o cerca di nascondere, l’incapacità dei rappresentati eletti dal popolo a convergere su di una persona che deve svolgere le funzioni di Presidente e quindi figuriamoci se riesce a legiferare sulle importanti questioni lasciate irrisolte dal Governo Monti.
Ciò premesso mi permetto una sola osservazione, al primo fragoroso applauso avrei detto: “Onorevoli Senatori e Deputati, vi prego di un applaudire perché devo dare alta testimonianza morale all’incarico che mi avete conferito con l’elezione a Presidente della Repubblica.
Ricordatevi che voi vi meritate ben poco, il 25% dell’elettorato ha dato il voto a un “movimento” per non darlo ai “politici”, tutto ciò vi obbliga da ora a una scelta etica fondamentale, o operate per il bene della Nazione oppure vi rimando tutti a casa. Questo è il potere che mi ha dato la Costituzione e non esiterò a farlo valere. Questa è la vostra ultima possibilità, non ve ne concedo altre. E adesso lasciatemi finire senza interruzioni. Grazie”.

domenica, aprile 21, 2013

E adesso continuerà il governo Monti?

La strategia di Bersani è stata un fallimento. Non si può fare del "cambiamento" un motto e poi proporre personaggi del "passato", con la quasi certezza che l'esperienza e la conoscenza non potranno essere fonte di iniziative innovative, ma la ripetizione di cose già viste.

I 101 "franchi tiratori" che hanno impallinato Prodi non sono dei traditori, è stato l’unico modo per far capire che se si vuole fare un “cambiamento” è necessario rinnovare non solo i metodi ma anche le persone.
Anche Rodotà, non si può certo considerare come un innovatore. Ieri l'intervento di un ascoltatore alla trasmissione radiofonica "Prima Pagina" ha ricordato a tutti che Rodotà è un pignolo, un burocrate, è quello che da garante della "privacy" ha promulgato norme che ci costringono tutte le volte a firmare decine di scartoffie per un niente.
Grillo ha dimostrato di essere un abile tattico, e con questa votazione è riuscito nuovamente a “risalire” nel consenso generale e forse a ricompattare il proprio elettorato. Rimangono tutte le perplessità nella sua reale capacità di governo.
Ritengo che la “disponibilità” data da Napolitano abbia avuto come “prezzo” l’indicazione di un nome condiviso per l’incarico a Presidente del Consiglio.
Chissà potrebbe anche essere Monti !!!
In ogni caso a questo punto PD e PDL si giocheranno la partita delle riforme indispensabili, ovvero legge elettorale e la struttura organizzativa della Pubblica Amministrazione, per poter reperire le necessarie risorse finanziarie per la tanto declamata “crescita”.
Non si può più aumentare il prelievo fiscale di un solo centesimo !!!!
Devono fare in fretta e bene altrimenti M5S dilagherà e allora il triste spettacolo che in questi giorni abbiamo visto in parlamento, ci farà dire “si stava meglio quando andava peggio” !!!!   

venerdì, aprile 19, 2013

"Per un governo di cambiamento"

Bersani, questa frase l'ha pronunciata mille volte, ma se il cambiamento è Marini mi chiedo che cosa intende con il termine "cambiamento".
Ora avrebbe detto: «Adesso serve una fase nuova»; D'Alema ?, Prodi ?, ma stiamo scherzando !!!
Peggio di così non si poteva fare, non si comprende ne la strategia, ne la tattica.
Gli Italiani non si meritano uno spettacolo simile, tutto ciò non potrà che portarci verso forme di governo antimemocratiche.
Si preferirà "l'uomo del balcone" almeno non si dovrà più scuotere il capo e vergognarsi.....

domenica, aprile 07, 2013

Basta tasse !!!



L'altro ieri l’Istat ha diffuso il conto trimestrale della Pubblica amministrazione.
Nell’ultimo trimestre la pressione fiscale ha raggiunto il 52% sul PIL.
Se si considera l’intero anno la pressione è pari al 44%.
Dal sito dell’Istat è possibile scaricare la serie storica di questa rilevazione statistica nel 1999 la pressione fiscale annuale era di 41,9, in pratica si tratta di 2 punti percentuali un dato molto rilevante.
Se si prende come anno base il 1999 e lo si confronta con il 2012 il PIL aumenta mediamente all’anno del 2,56%, mentre le entrate della PA aumentano, sempre nello stesso periodo, del 2,84% e le uscite del 2,96%
Non bisogna certo essere dei premi Nobel dell’economia per capire che così le cose non possono funzionare. Si cresce poco, ma soprattutto le spese sono aumentate più delle entrare.
Mi sono “divertito” ad associare alla serie storica i governi che si sono succeduti. Dal 1999 ci sono 56 trimestri, di questi 18 sono stati governati dalla sinistra (10 dai governi D’Alema e Amato e 8 dal II Governo Prodi); gli ultimi 4 trimestri sono etichettati Mario Monti, come vogliamo definirlo? di destra o di sinistra, in ogni caso 34 trimestri sono etichettati Silvio Berlusconi.
Nel 2012 la spesa della PA ammonta a poco più di 792 miliardi di euro (792,504 per l’esattezza), abbiamo pagato interessi per 10,7 %, ovvero 84,7 miliardi di euro.
Non ci crederete, ma analizzando la serie dal 1999 al 2012 l’incidenza % degli interessi sulla spesa è stata anche più elevata. Nel periodo 1999-2004, quindi governo D’Alema, Amato e Berlusconi poi, l’incidenza annua è stata di ben il 13,8%.
Arrivare al pattuito “pareggio di bilancio” mancano 40 miliardi di euro.
Non sono pochi anche perché a questo punto ci siamo arrivati per le folli scelte di governo di Berlusconi e Tremonti che nel 2009 sono riusciti a creare un deficit di bilancio di ben 82 miliardi di euro. Questo risultato drammatico è il frutto della sua sciagurata “vittoria” su Prodi il quale con sacrifici non indifferenti nel 2007 aveva portato il deficit a 24 miliardi di euro.
Berlusconi e Tremonti hanno totalmente sottovalutato la crisi economica, se avessero introdotto immediatamente correttivi sul fronte della spesa oggi non ci troveremmo in questa situazione disperata.
Oggi, in un contesto molto più difficile, rimettere in sesto la macchina dello Stato vuol dire fare economie per almeno 40 miliardi di euro all’anno.
La domanda se la pongono tutti è ovvio, ma come si fa?
Aumentare le tasse o i contributi è pura follia.
Si dice il costo della politica, parliamo di 2-3 miliardi al massimo, non è poco ma non risolve il problema.
I tagli, è impopolare dirlo, si possono fare solo ed esclusivamente su due voci di spesa ovvero sui consumi intermedi e sulle prestazioni sociali.
Consumi intermedi vuol dire “servizi”. Quelli erogati dallo Stato costano molto e sono inefficienti. Lo Stato e gli enti territoriali devono cedere la gestione di tanti servizi, altro che TARES. L'abolizione delle Province è inevitabile, così come il ridimensionamento delle funzioni delle regioni che hanno gonfiato i costi di un apparato amministrativo già inefficiente.
Lo stato dovrebbe liberalizzare, controllare e vigilare, altro che occuparsi direttamente di certi servizi che vengono erogati a prezzi esorbitanti con risultati “scandalosi”. Controllare e vigilare non vuol dire più burocrazia ma entrare nel merito di come si erogano i servizi e con quali risultati.
Da noi è sufficiente un timbro su una scartoffia, ma quello che c’è scritto sopra non importa.
Ogni burocrate si occupa per definizione degli aspetti formali, ma nella sostanza nulla o quasi.
Capite che il cambio di mentalità è radicale.
L’altra voce è quella prestazioni sociali, cresciute a dismisura in 13 anni sono aumentate di oltre il 4% sulla spesa totale e in termini assoluti dai 190 miliardi a 310 miliardi. Sono 120 miliardi di euro.
Le soluzioni non sono facili vedi la figuraccia della Fornero sugli “esodati”, inoltre si ereditano gli enormi errori del passato.
Ma anche in questo settore occorre chiedersi se la “cassa integrazione” sia veramente uno strumento idoneo, oppure totalmente sorpassato, perché impedisce il rinnovamento nell’apparato produttivo ed industriale.
È diventato un post lunghissimo. Scusatemi.
Concludo dicendo che lo “spettacolo” di questi giorni è avvilente. Si fa veramente fatica a capire chi sia il più ignorante tra Bersani, Berlusconi e Grillo.
Stiamo affondando e questi 3, nel marasma più generale, pensano di procurarsi una scialuppa, tutti gli altri possono anche annegare !!!!

martedì, aprile 02, 2013

Piove !!!!



"Piove governo ladro !!!". Tempi fortunati quelli nei quali ce la potevamo prendere con il governo.
Non abbiamo più neppure quello.
Siamo proprio in miseria.
Napolitano le sta proprio provando tutte, è incomiabile ma questa classe politica NON ha nessuna intenzione di operare per il bene della Nazione.