domenica, marzo 15, 2020

Il coronavirus al tempo della Intelligenza Artificiale (AI)


Quello che sta provocando l'epidemia da covid-19 lo possono constatare tutti. Le conseguenze si protrarranno per un tempo ben maggiore rispetto alla fine dell'emergenza sanitaria. Per farla breve ci leccheremo le ferite di questa catastrofe per un bel po’.
Come per tutti i grandi eventi che capitano in questo mondo i momenti difficili possono dar corso a processi innovativi, rigenerativi con ripercussioni positive nel lungo periodo. Con un detto banale "non tutto il male viene per nuocere".
Stiamo combattendo la diffusione del virus con strumenti che sanno di medio evo, isolare e quarantena. Con le grandi pestilenze, nei secoli passati, si costruivano lazzaretti, e si costringeva la gente alla quarantena.
Mi stupisco, però, che il mondo informatizzato che fa della comunicazione il principale strumento di relazione, metta in campo i suoi strumenti più semplici e quasi banali.
Tutto bello, siamo "social" con Facebook, Skype, WhatsApp, FaceTime e mille altre piattaforme e app.
Facciamo lezione on line, il terziario, in Italia, ha scoperto lo smart working e così via, sono veramente tante le cose che stiamo facendo da casa utilizzando il computer.
Mi stupisce il fatto che non si utilizzano metodi innovativi per contrastare la diffusione del virus.
Mi riferisco alla possibilità di utilizzare in modo puntuale l'enorme mole di dati che derivano dai nostri comportamenti quotidiani e che vengono di fatto registrati e archiviati.
Si può obiettare che tutto ciò è protetto dalla legge sulla privacy ma io dico a "mali estremi estremi rimedi".
Con gli algoritmi messi a punto nel campo dell'intelligenza artificiale potremmo utilizzare l'enorme massa di informazioni che generano i nostri smartphone.
Ad esempio, si potrebbero creare mappe di rischio puntuali, anche a livello di quartiere, che ci permettono di sapere quali sono le aree nelle quali le persone infette si sono mosse nei giorni nei quali avevano i primi sintomi sottovalutandoli.
La Corea avrebbe ridotto il contagio facendo migliaia di tamponi, a persone non sintomatiche non rispettando le indicazioni dell'OMS, ma avrebbe più efficacemente circoscritto le zone nella quali il contagio è più probabile.
I miei post precedenti facevano riferimento ad una opzione offerta da Google Map, ma se ne potrebbero utilizzare altre fonti.
Così come è stato emanato un decreto che prevede la chiusura di tutte le attività, escluse quelle produttive, si potrebbe decretare un "esproprio" di tutte le informazioni "digitali".
Questa emergenza è addossata alla encomiabile dedizione di medici e infermieri e alle strutture ospedaliere che devono affrontare una emergenza sanitaria mai immaginata.
Mi chiedo ancora perché non si fa "sistema" con la componente digitale della nostra società. Ci sono matematici, fisici, ingegneri elettronici che hanno competenze incredibili utilizziamoli.
Forse per questa emergenza si ritiene che ci siano altre priorità ma l'opportunità offerta dalla Intelligenza Artificiale non la sottovaluterei.