martedì, febbraio 16, 2021

È nato il Governo green di Mario Draghi

 La gamma dei colori non manca certo ai governi italiani, siamo passati dal giallo-verde (grillini-leghisti) al giallo rosso (grillini-pidiessini e compagni) a questo che è quasi un arcobaleno, giallo, verde, azzurro, rosso. Siccome era difficile dargli un colore ecco allora spuntare la magia del colore ecologista per eccellenza, il verde.

Per non confonderlo con il verde dei leghisti, bisognerebbe chiedere a Salvini il pantone della loro bandiera, meglio fare riferimento ad un più anglofono green nel perfetto stile dell’aplomb draghiano.

Veniamo a cose più serie.

È stato annunciato che la ripresa economica del paese avverrà agendo su due settori strategici, l’ambiente e la digitalizzazione. Come affermazione di principio nulla da dire, ma sappiamo bene che il problema numero uno dell’Italia si chiama “produttività” alla quantità di beni e servizi che si ottengono dai fattori produttivi es. energia e lavoro. Se la produttività è bassa, ovvero servono molti mezzi per fare pochi prodotti / servizi non si crea ricchezza e quindi il declino è assicurato.

Voglio fare un esempio semplice.

Risparmiare energia è importante, le ragioni sono tante, meno inquinamento, minori costi, ecc.., quindi viene l’individuato l’obiettivo di risparmiare il 25% di consumi energetici domestici (gas e luce). Se ci pensate è facile verificare questo risultato, basterebbe fare il confronto tra un prima e un dopo.

Per raggiungere l’obiettivo si devono ristrutturare le abitazioni e lo Stato decide di elargire i soliti incentivi. Il burocrate – tecnico, solerte ed efficiente, decide che il proprietario dell’immobile deve realizzare il cosiddetto “cappotto”. Il burocrate pertanto si occupa della parte normativa che prevede questa e quella perizia, questa e quella rendicontazione, insomma tante tante scartoffie. Alla fine di tutto questo processo qualcuno verifica o controlla se è stato raggiunto l’obiettivo?. Nessuno.

Questo è in sintesi il modo con cui si procede ed è facile comprendere perché da 30 anni la nostra produttività, come sistema, è ferma.

Tornando all’esempio il modo di procedere dovrebbe essere il seguente. Si fissa l’obiettivo, non viene indicato il modo per raggiungerlo, ma si determina il modo per verificarlo, ovviamente anche per fasi successive in modo da elargire gli incentivi in modo graduale. Operando in questo chi deve raggiungere l’obiettivo cercherà e studierà le soluzioni tecnologiche che meglio si adattano alle diverse strutture edilizie. Si realizza così un dinamismo con la continua ricerca di innovazioni. Tutto ciò porterà senza dubbio ad un miglioramento reale del contesto generale.

A chi ha fame è meglio dare il frumento o insegnare a coltivarlo?

Se decido di dare il frumento appena è finito avrò nuovamente fame, ma se insegno a coltivarlo molto probabilmente non avrò più fame.

Questa è la sfida del Governo.