sabato, marzo 27, 2021

La vaccinazione contro il Covid-19: un’altra battaglia persa dal nostro esercito.

Il Presidente Draghi ha nominato il Generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l'emergenza. La sostituzione di Domenico Arcuri era necessaria perché era apparso fin da subito le tante mancanze organizzative e gestionali.

Ci siamo detti, bene, ci vuole un militare: siamo in guerra e ci vogliono strategie belliche per vincere le battaglie e poi anche la guerra.

Mi sembra però che Figliolo di militare abbia solo la divisa con la quale si presenta davanti alle telecamere e che la sua “strategia” non sia poi molto diversa da quella del “silurato” Arcuri.

Facciamo un po' di chiarezza anche se sinteticamente. Primo. Il numero di dosi di vaccino di cui disponiamo nell’arco temporale sono limitate, ovvero abbiamo molte meno dosi di quelle che ci servono. Secondo. In moltissime città i centri di vaccinazioni potrebbero somministrare più dosi se avessero il vaccino. Terzo. La vaccinazione NON è obbligatoria quindi una certa percentuale di persone non si presenta, con tutti gli inconvenienti che abbiamo constatato. Quarto. Giusto dare la priorità a certe “categorie” di persone, personale sanitario e addetti a servizi socio-sanitari, anziani over 80, persone disabili e con problematiche sanitarie.

Fatte queste premesse veniamo a quella che dovrebbe essere la strategia vaccinale in un contesto di scarsità di dosi.

L’obiettivo della vaccinazione è duplice: ridurre la gravità della malattia di chi si contagia, meno ricoveri, meno morti; creare l’immunità di “gregge” che di fatto riduce la diffusione del virus.

Soffermiamoci sul secondo obiettivo, gli “esperti” ci dicono che l’immunità di “gregge” si raggiunge quando il 60-70 % di individui di una certa comunità è vaccinata.

Mi dite allora perché ci si segue una strategia vaccinale per fasce di età?

Le nostre comunità sono fatte di individui che appartengono a fasce di età differenti. Faccio un esempio. La popolazione del comune di Reggio Emilia è pari a 171.084 abitanti (dati Istat al 1° gennaio 2020) la suddivisione in classi è riportata nella tabella

Classi età

Numero

%

0-9

            15.487

9,1%

10-19

            17.039

10,0%

20-29

            17.883

10,5%

30-39

            21.030

12,3%

40-49

            27.463

16,1%

50-59

            26.100

15,3%

60-69

            18.722

10,9%

70-79

            15.398

9,0%

>80

            11.962

7,0%


Gli over ’80 rappresentano il 7% della popolazione. Supponiamo che le categorie “privilegiate” siano a dir tanto il doppio degli over ’80 ca. 20.000 persone (mi sembra di esagerare), ebbene si arriverebbe ad un misero 20% della popolazione.

Se abbiamo impiegato 3 mesi per vaccinare il 20% della popolazione capite bene che l’immunità di gregge diventa una “chimera”.

La strategia della vaccinazione, se si vuole conseguire una immunità di “gregge”, per fascia di età è perdente perché quello che conta è l’insieme degli individui di una certa comunità indipendentemente dalla numerosità delle classi di età.

La nomina del Generale avrebbe senso solo se può effettivamente “comandare” ovvero agire nell’interesse del paese e non della politica.

La politica non ha nessuna intenzione di prendere una decisione impopolare come quella di creare zone “a minor rischio Covid-19”, in questo momento di scarsità di dosi, vaccinando massicciamente in questa o quella città, in questa o quella zona ad alta produttività. Finalmente si abbandonerebbe il principio di chiudere le attività produttive per favorire a zone “aperte” nella quale l’economia dell’intero territorio riprenderebbe, dalla produzione al consumo.

Una strategia di questo tipo può essere attuata solo da chi gode di poteri di tipo “militare” e questo potrebbe spiegare la scelta di un militare per gestire l’emergenza.

In caso contrario che cosa ci sta a fare, avrebbe solo l’ingrato compito di dichiararsi sconfitto nella battaglia contro il virus.