venerdì, maggio 25, 2012

Parmigiano – Terremoto – troppe coincidenze.


Il giorno 23 maggio, l’altro ieri, mi sono arrivate 2 mail con lo stesso oggetto: “azienda agricola CASUMARO: IL TERREMOTO DISTRUGGE MA NOI CI RIALZIAMO”.
Il terremoto è stato forte, abito ad almeno 60 km dall’epicentro e mi sono svegliato in piena notte. È facile supporre che i danni alle cose siano ingenti, soprattutto per gli edifici “datati” quelli cioè non costruiti prima della emanazione di norme anti sismiche. Gli edifici rurali avranno senz’altro sofferto di più, sono datati, sono vecchi, tanti presentano crepe e forse hanno problemi di staticità, la violenta scossa può aver dato il cosiddetto “colpo di grazia”.
La richiesta di “aiuto” da parte di un produttore di latte che viene trasformato in formaggio Parmigiano Reggiano può essere pertanto più che lecita e giustificata, quindi ho letto la mail con una certa propensione alla solidarietà.
Ma è difficile dimenticarsi delle cose che si “masticano” sempre e mi sono detto: nella “bassa modenese” verso est ci sono pochi caseifici 4 o 5 al massimo; le forme che si danneggiano più facilmente sono quelle che cadono dall’alto; la foto, nella mail, mostra la struttura del magazzino apparentemente intatta, mentre le “scalere” si sono sdraiate le une sulle altre con un effetto “domino”; le forme non sono cadute ma si trovano accatastate le une sulle altre quindi non si saranno danneggiate tutte, ma solo una modesta percentuale; perché proporre la vendita di tutto il formaggio quando è senz’altro più opportuno procedere ad una immediata rimozione delle forme soprattutto quelle “giovani” ?, così non possono stare fino alla vendita; nel magazzino ci sarebbero 30.000 forme che tagliate nelle tradizionali “punte” da un kg fanno qualche cosa come un milione (1.000.000) pezzi si tratta di una quantità enorme da vendere se non si ha una struttura ed una organizzazione considerevole. Insomma per tutte queste ragioni la cosa mi è sembrata frutto della solita disorganizzazione italiana, si “buttano” lì delle iniziative ma poi non si pensa a tutto il resto.
Ieri mattina alla trasmissione su Rai uno “Uno mattina” vero le 7,00 è intervenuto il Presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) e ha fatto un discorso che mi ha fatto semplicemente rabbrividire.
Ha riferito che il 10% della produzione di formaggio Parmigiano era compromessa, addirittura la filiera sta correndo seri problemi.
Ha chiesto contributi per lo stoccaggio, quindi il solito “piangere miseria” degli agricoltori.
Tra gli addetti è noto che nell’ultimo anno si è registrato un aumento della produzione di quasi l’8% e di conseguenza i prezzi del formaggio sono in deciso calo.
Si vuole approfittare del terremoto per dare una “sistematina” al mercato, tutto ciò sarebbe ignobile.
Intanto nella giornata di ieri ho ricevuto altre 5 mail !!!
Sul sito del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano è presente una nota in linea con quanto riferiva Politi.
Una decina di caseifici coinvolti, ma solo uno ha dovuto interrompere la produzione. Voglio ricordare che i caseifici che produzono Parmigiano Reggiano sono oltre 300.
Nella zona ci sono però solo 5 caseifici, e forse un paio di magazzini per la stagionatura, sarà ?. Il Consorzio minimizza sul danno complessivo alla filiera. Un pò di pudore !!!
Chi ha lanciato l’iniziativa, Filiea corta e Arci Modena  per la prenotazione via mail ne ha ricevute oltre 9000 e non sa come far fronte alle richieste.
Dico 9000, un nulla se si pensa che il caseificio dovrebbe vendere 1.000.000 pezzi per vuotare il magazzino.!!!
Questa vi sembra una iniziativa sensata?.
Ecco un esempio del pressapochismo e improvvisazione che è tipico del nostro mondo agricolo.
Così non si va da nessuna parte.!!!