Il giorno 23 maggio, l’altro ieri, mi sono arrivate 2 mail
con lo stesso oggetto: “azienda agricola CASUMARO: IL TERREMOTO DISTRUGGE MA
NOI CI RIALZIAMO”.
Il terremoto è stato forte, abito ad almeno 60 km
dall’epicentro e mi sono svegliato in piena notte. È facile supporre che i
danni alle cose siano ingenti, soprattutto per gli edifici “datati” quelli cioè
non costruiti prima della emanazione di norme anti sismiche. Gli edifici rurali
avranno senz’altro sofferto di più, sono datati, sono vecchi, tanti presentano
crepe e forse hanno problemi di staticità, la violenta scossa può aver dato il
cosiddetto “colpo di grazia”.
La richiesta di “aiuto” da parte di un produttore di latte che
viene trasformato in formaggio Parmigiano Reggiano può essere pertanto più che
lecita e giustificata, quindi ho letto la mail con una certa propensione alla
solidarietà.
Ma è difficile dimenticarsi delle cose che si “masticano”
sempre e mi sono detto: nella “bassa modenese” verso est ci sono pochi
caseifici 4 o 5 al massimo; le forme che si danneggiano più facilmente sono
quelle che cadono dall’alto; la foto, nella mail, mostra la struttura del
magazzino apparentemente intatta, mentre le “scalere” si sono sdraiate le une
sulle altre con un effetto “domino”; le forme non sono cadute ma si trovano
accatastate le une sulle altre quindi non si saranno danneggiate tutte, ma solo
una modesta percentuale; perché proporre la vendita di tutto il formaggio
quando è senz’altro più opportuno procedere ad una immediata rimozione delle
forme soprattutto quelle “giovani” ?, così non possono stare fino alla vendita;
nel magazzino ci sarebbero 30.000 forme che tagliate nelle tradizionali
“punte” da un kg fanno qualche cosa come un milione (1.000.000) pezzi si tratta di una
quantità enorme da vendere se non si ha una struttura ed una organizzazione
considerevole. Insomma per tutte queste ragioni la cosa mi è sembrata frutto
della solita disorganizzazione italiana, si “buttano” lì delle iniziative ma
poi non si pensa a tutto il resto.
Ieri mattina alla trasmissione su Rai uno “Uno mattina” vero
le 7,00 è intervenuto il Presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori)
e ha fatto un discorso che mi ha fatto semplicemente rabbrividire.
Ha riferito che il 10% della produzione di formaggio Parmigiano
era compromessa, addirittura la filiera sta correndo seri problemi.
Ha chiesto contributi per lo stoccaggio, quindi il solito “piangere
miseria” degli agricoltori.
Tra gli addetti è noto che nell’ultimo anno si è registrato
un aumento della produzione di quasi l’8% e di conseguenza i prezzi del
formaggio sono in deciso calo.
Si vuole approfittare del terremoto per dare una “sistematina”
al mercato, tutto ciò sarebbe ignobile.
Intanto nella giornata di ieri ho ricevuto altre 5 mail !!!
Sul sito del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano è
presente una nota in linea con quanto riferiva Politi.
Una decina di caseifici coinvolti, ma solo uno ha dovuto interrompere
la produzione. Voglio ricordare che i caseifici che produzono Parmigiano Reggiano sono oltre 300.
Nella zona ci sono però solo 5 caseifici, e forse un paio di
magazzini per la stagionatura, sarà ?. Il Consorzio minimizza sul danno
complessivo alla filiera. Un pò di pudore !!!
Chi ha lanciato l’iniziativa, Filiea corta e Arci Modena per la prenotazione via mail ne
ha ricevute oltre 9000 e non sa come far fronte alle richieste.
Dico 9000, un nulla se si pensa che il caseificio dovrebbe
vendere 1.000.000 pezzi per vuotare il magazzino.!!!
Questa vi sembra una iniziativa sensata?.
Ecco un esempio del pressapochismo e improvvisazione che è tipico
del nostro mondo agricolo.
Così non si va da nessuna parte.!!!