sabato, giugno 30, 2007

W. Churchill e la “Camera dei comuni”

Da qualche mese sono preso dalla lettura dell’opera più volte citata “La seconda guerra mondiale”. Ho terminato il 9° volume, bellissimo come tutti gli altri. Non entro nel merito delle vicende della guerra, questo volume è dedicato, in particolare alla “campagna d’Italia”, alla caduta di Mussolini, sino alla conferenza di Teheran. In realtà all’inizio gli alleati speravano di arrivare a Roma entro il ’43.

Forse se Vittorio Emanuele fosse rimasto a Roma oggi ci sarebbe la Monarchia, meglio o peggio di adesso mah!

Un fatto è certo, i politici di oggi non sono fatti di una stoffa molto diversa da quella del Re. Fanno di tutto per stare sulla “poltrona” e di fare il bene dello Stato se ne fregano.

Tra tanti passi interessanti, del volume, voglio riportarne uno che è “marginale” nella trattazione generale ma ci dovrebbe far riflettere su tante nostre riforme “elettorali”, “costituzionali”, ecc.. La democrazia britannica si colloca su ben altro piano. Non so se oggi le cose stanno come le ha riportate Churchill, ma in ogni caso quanto afferma è frutto di una grande saggezza e di profondo rispetto delle istituzioni. Politici meditate, meditate…

Ero deciso a che fosse ricostruita (si riferisce alla Camera dei Comuni) al più presto possibile, compatibilmente con le esigenze di guerra. Ebbi modo, in questo periodo, di foggiare le cose in modo durevole. Sostenuto dai miei colleghi, in massima parte vecchi parlamentari, e con la cordiale collaborazione del signor Attlee, cercai di ristabilire, per quello che poteva essere un lungo periodo di tempo, i due grandi principi su cui nel suo aspetto materiale si basa la Camera dei Comuni britannica. Il primo è che essa deve essere oblunga e non semicircolare, e il secondo che deve essere grande a sufficienza soltanto per dare posto a circa due terzi dei suoi membri. Poiché questa particolarità ha molto stupito gli stranieri, ne riparlo qui.

Due sono le caratteristiche principali della Camera dei Comuni a cui devono mirare l'approvazione e l'appoggio di membri del Parlamento riflessivi ed esperti. Il primo è che la sua forma deve essere oblunga e non semicircolare. È questo un fattore importantissimo nella nostra vita politica. L'Assemblea semicircolare, che tanto piace ai teorici politici, costringe ogni individuo o ogni gruppo a muoversi attorno al centro, adottando le varie sfumature tra il rosa e il rosso secondo che spira il vento. Sono un convinto fautore del sistema di partito a preferenza del sistema di gruppo. Ho visto molti Parlamenti pieni d'ardore e di buona volontà distrutti dal sistema di gruppo. Il sistema di partito è molto favorito dalla forma oblunga della Camera. È facile per un individuo spostarsi attraverso le insensibili gradazioni che vanno dalla Sinistra alla Destra, ma il gesto di attraversare il pavimento è di quelli che richiedono grave riflessione. Sono bene informato di questo, perché ho compiuto questo difficile processo non una volta soltanto, ma due. La logica è una ben povera guida paragonata alla consuetudine. La logica che ha creato in tanti paesi Assemblee semicircolari con costruzioni che danno a ogni membro non soltanto un seggio in cui sedere, ma spesso una scrivania con un piano mobile da battere, si è dimostrata fatale al Governo parlamentare, come noi lo intendiamo qui nella sua patria e nella sua casa.

La seconda caratteristica di una Camera costituita secondo le linee della Camera dei Comuni è che essa non deve essere abbastanza grande da contenere tutti i suoi membri contemporaneamente senza affollamento e che non si deve neppur parlare del fatto che a ogni membro spetti un seggio distinto riservato a lui solo. La ragione di ciò è stata per gran tempo un enigma per i profani e ha spesso destato la curiosità e anche le critiche di nuovi deputati. Tuttavia non è difficile a comprendersi se la si consideri da un punto di vista pratico. Se la Camera fosse abbastanza grande da contenere tutti i suoi membri, nove decimi dei dibattiti sarebbero condotti nella deprimente atmosfera di una Camera quasi vuota o semivuota. L'essenza oratoria di una buona Camera dei Comuni è lo stile conversativo, la possibilità di pronte interruzioni alla buona e di scambi di battute. Lunghe orazioni da un rostro sarebbero un cattivo sostituto allo stile dialogico con cui tanti dei nostri affari politici vengono trattati. Ma questo stile richiede poco spazio e nelle grandi occasioni si avrebbe un senso di affollamento e di ansiosa attesa. Dev'esserci il senso dell'importanza delle molte cose che si dicono in Parlamento, dev'esserci soprattutto il senso che grandi cose vengono decise, bene spesso, alla Camera.

Questo, a ogni modo, fu stabilito secondo il mio desiderio.

(1)Winston Churchill “La seconda guerra mondiale” Volume ottavo “La campagna d'Italia”; Oscar Mondadori; Ottobre 1970 pagg 178-179

martedì, giugno 05, 2007

Volare !!!!

Stiamo proprio assistendo ad una farsa. Anche ieri una categoria del personale di Alitalia ha fatto sciopero. Della notizia al telegiornale ricordo solo il fatto dello sciopero non certo chi lo ha fatto e soprattutto le ragioni.

Dipendenti Alitalia scioperate pure, più debiti ci sono e meglio è per chi comprerà, ovvero dovrà pagare sempre meno. Se le notizie sono attendibili il “buco” 2006 è di poco più di un miliardo di euro. Che fine ha fatto il “regalo” del berlusca ?, se non ricordo male, un mezzo miliardo di euro (diciamocelo mi poco !!!). Sindacati, in questa circostanza vi toccherà parlare bene dell’odiato ed antipatico “lombardo”. La compagnia se gli è “mangiati” in due anni….

Secondo me ci sono veramente tanti che dovrebbero fare un esame di coscienza forse le colpe non sono solo degli amministratori incapaci, tutti chi più e chi meno è responsabile di questo sfacelo.

E in tutto questo “AirOne” si sfrega le mani. Ho iniziato parlando di “farsa” perché è da mesi che l’unico “candidato” credibile all’acquisto di Alitalia è “AirOne”. Diciamocelo, da un punto di vista formale è il candidato ideale: italiano (almeno nella facciata), fa profitti (o almeno così pare), ha molti appoggi (politica e banche). Allora perché tutto questo “teatrino” sulla trasparenza, la gara, ecc… quanti studi legali si devono “ingrassare” per portare a termine l’operazione?. Forse perché sono gli ultimi “spiccioli” che si riescono a mungere dalla vacca Alitalia prima di portarla la macello…

La cosa importante comunque è farla finita.

Nei prossimi giorni si ritirerà anche Aerflot, ma vedrete che Unicredit in qualche modo rientrerà dalla finestra. Ci sono troppi debiti.

Insomma le banche ed un manager ingegnoso compreranno Alitalia per un tozzo di pane (che è poi quello che vale). I vantaggi? Le banche potranno godere per un altro po’ di una posizione monopolistica e mantenere i prezzi dei servizi tra i più alti d’Europa, mentre il manager potrà finalmente acquisire a poco un mercato interessante. Si tratta di un’unione commerciale tra l’Italia e la Germania (vi ricordo il mio post del 15 febbraio) con la benedizione di Prodi e della Merkel per sfruttare il mercato interno con i collegamenti nord-sud e quelli dell’est. In pratica si tratta di fornire un servizio di qualità a prezzi “modici” in concorrenza con le low-cost.

È una strategia che può funzionare. Questa sarebbe stata la “trasparenza” e non la farsa alla quale assistiamo da tempo.