Che cosa stia veramente facendo Mario Draghi non l’ho ancora capito.
Sulla
gestione della pandemia siamo più o meno nella stessa situazione di alcuni mesi
fa e nulla ci fa pensare all’ottimismo.
Nella
recente conferenza stampa Draghi ha affermato: “Dai vari interventi mi è
venuto da concludere che in fondo noi non abbiamo credibilità per la capacità
di investire, l’abbiamo persa tantissimi anni fa. Ma non è che l’abbiamo persa
perché non si volesse investire, ci sono centinaia di miliardi appostati in
bilancio per investimenti mai fatti. Bisogna cambiare tutto per diventare
credibili, per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale,
amministrativo, contabile e financo giudiziario, come citato da un presidente
di Regione. Sono aree in cui chiedersi se l’attuale contesto istituzionale è
adatto a procedere con rapidità, efficienza e onestà per l’attuazione di questo
piano”
(Da
https://www.fanpage.it/politica/come-sara-il-recovery-plan-di-draghi/)
Siccome l’uomo non è uno sprovveduto ha ben presente i dati che presento nel grafico.
Elaborazione su dati EurostatSono stati elaborati i valori del PIL dal 2000 al 2020 a valori costanti 2010, quindi si tratta di valori deflazionati e confrontabili di 5 stati della UE, Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda. Siccome tra gli anni ci possono essere variazioni di tipo congiunturale sono state fatte medie mobili triennali. Posto 100 la media del triennio 2000-2002 sono state calcolate le variazioni in più o in meno per ciascun triennio. Tanto per fare un esempio il PIL italiano dalla media del triennio 2000-2002 (=100) è aumentato nel triennio 2018-2020 di soli 2,37 punti mentre nello stesso periodo il PIL della Spagna è aumentato di 30,44 punti ovvero ben 15 volte tanto.
I
dati sono impietosi e mostrano come il declino dell’economia italiana non è congiunturale,
ma strutturale.
Nel
grafico ho aggiunto i nomi dei Presidenti del Consiglio e i tratteggi verticali
sono posizionati al termine del mandato. La crisi globale del 2006-2008 ci ha colpito
mentre eravamo già “deboli” e l’inadeguatezza del governo Berlusconi IV è ora
più evidente che mai perché ha costretto i governi che gli sono succeduti a
emanare provvedimenti tampone.
Appare
evidente che il nostro paese da anni è in crisi di identità. Non abbiamo una
visione, un progetto globale. Le “eccellenze italiane”, il made in Italy sono
pura retorica perché nei fatti non hanno creato imprese globali e competitive.
Il
nostro paese oggi è ricco di “micro eccellenze” ma queste, come dimostrano i
dati, ci permettono di vivacchiare, sono quel tanto che ci fa galleggiare ma
non certo di navigare.
Con
queste premesse il post Covid farà veramente “rinascere” il nostro paese?.
Ne dubito,
senza un progetto socio culturale innovativo e rivoluzionario siamo condannati
al declino.
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