sabato, aprile 12, 2008

Lettera aperta al prossimo Ministro dell’agricoltura

I nostri politici battono la “gran cassa” e si complimentano con i servizi di controllo e tutela per come sono state affrontate due “emergenze” alimentari, mozzarella alla diossina e vino adulterato.

A mio parere, abbiamo assistito ad una drammatica Waterloo pensando a quante risorse economiche e professionali vengono spese per la “rintracciabilità”.

Ecco le ragioni della “sconfitta”.

Primo.

Il “caso” mozzarella alla diossina scoppia per una segnalazione proveniente dalla Corea prima e dal Giappone poi. Paesi nei quali l’importazione di prodotti lattiero caseari provenienti dal nostro paese è pressoché trascurabile. Ciò sta a dimostrare che in quei paesi geograficamente remoti funziona un sistema di controllo!!! Il fatto è ancor più grave se si considera che latte inquinato dalla diossina era stato riscontrato in Campania sin dalla primavera del 2003. Che cosa si è fatto in questi 5 anni ?. La domanda è lecita, anche perché se si fosse operato con continuità e regolarità i controlli avrebbero individuato l’origine della contaminazione e impedito la produzione di latte non idoneo.

70 milioni di litri di vino adulterato sono tanti. Un’indagine condotta dal noto settimanale l’Espresso ne ha fatto uno scoop giornalistico. Tutto vero, tutto falso, la cosa grave è che con i controlli che vengono fatti periodicamente dalle autorità preposte non è stato possibile ribattere in termini ufficiali ad alcunché.

Anche in questo caso, da quando ci sono state le prime segnalazioni, quando si sono presi provvedimenti concreti? Le autorità ci hanno comunicato che stanno facendo con tempestività e solerzia i controlli. E nel frattempo, se vino adulterato c’è, continua ad essere consumato.

Secondo.

Per le mozzarelle “non conformi” quanto tempo è passato dalla segnalazione che qualcosa non va, al primo “provvedimento” delle nostre autorità? Se le mie ricerche non sono errate la rivista inglese “The Independent” del 22 marzo titola” : “Italy’s toxic waste crisis, the Mafia – and the scandal of Europe’s mozzarella” e nel testo si fa riferimento ai livelli di diossina al di sopra del consentito. Il 23 marzo l’agenzia Reuter da notizia dei riscontri avvenuti in Corea. Il primo comunicato del Ministero della Salute è del 26 marzo, ed il 29 marzo si prende il provvedimento di bloccare la commercializzazione ma non la produzione.

Dal 22 marzo al 29 marzo passano 7 giorni. La mozzarella è un formaggio “fresco”, viene consumato nel giro di pochi giorni, risultato, da quando il problema è noto non si può certo dire che sia stata tutelata la salute dei cittadini perché per più di una settimana le autorità non sono state in grado di prendere un provvedimento. E se al posto della diossina ci fosse stata una sostanza più pericolosa? Funziona così il nostro sistema di allerta?.

Sul sito web del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Ministro De Castro pubblica, il 10 aprile, un comunicato dal titolo “E’ informazione adulterata”. Si difende affermando che si tratta di una campagna “contro” il made in Italy alimentare e che è tutto sotto controllo. Ma anche in questo caso non un dato a “discolpa”.

Terzo

Si viene a conoscenza che sono in commercio prodotti non conformi, mozzarella e vino, e che cosa si fa? Nel caso della mozzarella di blocca la commercializzazione ma si permette ugualmente agli impianti di lavorare. E che ne è del prodotto sui banchi di vendita dei negozi, dai piccoli dettaglianti alla grande distribuzione?

Per il vino solo la “protesta” dei consumatori ha costretto la pubblicazione dei nomi dei produttori di prodotti per i quali si ha il sospetto delle adulterazioni.

Queste sono le ragioni della sconfitta. Parafrasando il Generale De Gaulle è stata perdura una “battaglia”, non la guerra. Allora chiedo: i consorzi di tutela, gli enti di certificazione, gli organi pubblici e privati preposti ai controlli ed alla gestione dei sistemi di rintracciabilità sono in grado di rispondere a queste domande?

Avete a disposizione una banca dati affidabile e certa su tutte le analisi che sistematicamente dovete fare sulla filiera produttiva di vostra competenza?.

Avete la possibilità di individuare con tempestività situazioni problematiche relative ai prodotti alimentari?

Avete messo a punto procedure di allerta per tutti i soggetti della filiera nel caso in cui si concretizzano situazioni di pericolo per la salute dei consumatori?

Avete predisposto un piano per la rintracciabilità per evitare il consumo di un prodotto alimentare non conforme in tempi rapidi in relazione al tipo di alimento?

A voi le risposte.

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