domenica, gennaio 18, 2009

Azioni e obbligazioni Alitalia

Nel post del 15 gennaio ho fatto considerazioni che riguardano le azioni della “vecchia” Alitalia, e sostengo che valgono ben poco anche perché nessuno in questi giorni ne parla. Si è creata una sorta di complicità per dare modo alla “nuova” Alitalia di decollare. Chissà se ci diranno fra 3 o 4 mesi a quanti milioni ammonteranno le perdite accumulate nonostante i tagli e la ristrutturazione.

La situazione congiunturale è sfavorevole i problemi con i sindacati, scioperi e cancellazioni, non possono certo aver favorito la compagnia aerea e siccome chi può fare il successo di una compagnia aerea sono i passeggeri non so proprio se sia stata imboccata la strada giusta.

Ma torniamo agli aspetti finanziari.

Vi ricordo che nel 2010 scade il prestito obbligazionario di 700 milioni di euro. Nulla a che fare con i 300 milioni dati nel 2008 e che dovranno essere restituiti dalla vecchia Alitalia allo Stato, almeno così ci ha imposto la UE e così è stato legiferato al momento della concessione del prestito.

Il prestito obbligazionario chi lo ha sottoscritto? Quanto di questo non trascurabile importo è in mano a piccoli risparmiatori? Da chi è garantito? Si può rispondere che il prestito è garantito dallo Stato che è l’azionista della vecchia Alitalia.

Insomma siamo alle solite e siccome la storia è esplosiva si preferisce “insabbiare”. Ma presto o tardi i “nodi verranno al pettine”. Ancora una volta si sono trovati degli espedienti truffaldini e mi auguro che i responsabili di questi scempi, fatti con il denaro pubblico, conoscano le patrie galere…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La soluzione per gli azionisti

Per fare un esempio concreto della Giorgio-Kafka’s Solution! ho scelto tuttavia una società di fantasia che chiamerò ALFA, con dati inventati, poiché lo scopo è quello di far capire come di concreto funziona la soluzione, e i dati inventanti che userò si possono sostituire con quelli concreti di una delle tre società di cui sopra. Ovviamente i dati sono SEMPLIFICATI AL MASSIMO.

Dati necessari (inventati ma fungibili) per l’applicazione della Giorgio-Kafka’s Solution!

1 - Valore nominale azioni ALFA = 1 euro 2 - Numero azioni in circolazione = 1.000.000.000 3 - Capitale Sociale = 1.000.000.000 di euro 4 - Quota diretta dello Stato = 50% (500.000.000 azioni) 5 - Flottante in Borsa = 50% (500.000.000 azioni) 6 - Prezzo di Borsa = 5 euro 7 - Capitalizzazione = 5.000.000.000 di euro 8 - Il capitale Sociale viene varato al prezzo di 1 euro (perciò, senza sovrapprezzo) 9 - Il rapporto di conversione è 1-1 10 - Lo Stato ha nel proprio bilancio le azioni Alfa iscritte al valore nominale (1 euro per azione) perciò, stante la quotazione in borsa di 5 euro, possiede 4 euro per azione di plusvalenza inespressa.

Ecco i calcoli:

A - Lo Stato, al varo dell’aumento di capitale, riceverà 1 diritto di conversione per ogni sua azione: cioè riceverà 500.000.000 diritti. B - Conseguentemente a tutto quanto sopra, il valore di ogni diritto sarà di 2 euro (calcolo facile!) C - Lo Stato pertanto avrà in mano la cifra potenziale di 1.000.000.000 di euro da usare (in parte…perché ne bastano 600.000.000) per indennizzare le 600.000.000 azioni AZA dei privati che, per comodità di calcolo, supponiamo voglia indennizzare a 1 euro per azione. D - Lo Stato regalerà 1 diritto ALFA del valore di 2 euro ogni 2 azioni AZA E - L’azionista AZA potrà “monetizzare” il diritto vendendolo in borsa oppure convertendolo e pagando le azioni ALFA a 1 euro che in borsa varranno 3 euro (calcolo facile!) F - Lo Stato potrà vendersi i restanti diritti oppure convertirli in tutto o in parte. G - Il governo non dovrà spendere soldi (e, con la nuova legge, giustificarne le fonti di copertura) perché anche il nuovo valore della partecipazione in ALFA, nonostante la diminuita partecipazione percentuale, sarà superiore a quello iscritto in bilancio.

Adeguando i dati alla realtà di Eni, Enel e Finmeccanica vi accorgerete che ciò è fattibile per tutte e tre le società. Per l’esattezza si prestano meglio data la differenza capitale sociale- capitalizzazione: con conseguente maggior plusvalenza inespressa della quota statale prima ENI, poi Enel, poi Finmeccanica.

In sintesi: basta un qualsiasi aumento di capitale di una società a partecipazione diretta dello Stato (preferibilmente quotata in Borsa...ma anche da quotare!) che generi un valore di 600 milioni di euro di diritti per poter indennizzare gli AZA.

Insomma se si vuole fare bene, lo si può fare con az. Grazie per l’attenzione.

Anonimo ha detto...

è IMRESSONANTE COSA SI PUò FARE A DANNO DEI PICCOLI RISPARMATORI dovebbero rimborsare tutti gli obbligazionisti e farla finita di sfinire ilmercato e la gentein questo ignobile modo.