venerdì, febbraio 22, 2008

Montanelli e la “Politica Agricola Comune”

Cari lettori in un post precedente vi ho detto che sto leggendo la “Storia d’Italia” di Indro Montanelli. Si tratta di una lettura esaltante per certi versi è pari a quella della “La seconda guerra mondiale” di W. Churchill, anche se devo ammettere che il grande statista britannico è un uomo che ha fatto la storia, Montanelli è il cronista, abile, profondo conoscitore di uomini e contesti, in grado di evidenziare meticolosamente quali sono state le reali conseguenze dei fatti che sta narrando. Sono al settimo volume e l’Italia ne esce male. Montanelli dimostra in modo inequivocabile come il sistema e gli uomini politici dell’epoca sono stati colpevoli e di fatto hanno gravi responsabilità per l’avvento del fascismo.
In tantissime occasioni Montanelli dimostra quanto le sue analisi siano profonde. Ne riporto una data la competenza che ho del settore.
Montanelli parla del regime autarchico ed in particolare della cosiddetta “battaglia del grano”: “Qualcosa fu tentato, e realizzato, sul piano della maggiore efficienza. Ma la battaglia del grano si basò sulla quantità più che sulla qualità. La coltura del frumento fu estesa ad aree in cui era antieconomica, a scapito di altri prodotti agricoli – vino, olio – che in condizioni normali sarebbero stati più remunerativi, e che appartenevano alla tradizione locale. In definitiva i consumatori pagarono il prezzo di questo sforzo: il che può e deve scandalizzarci, ma non oltre una certa misura, se pensiamo che i grandi programmatori agricoli del Mercato Comune non sono riusciti a sfuggire, per problemi analoghi, in un clima di cooperazione internazionale e di totale libertà, e senza le lusinghe e le imposizioni di una propaganda di Regime, ad una logica altrettanto distorta.” [1]

Il brano è stato scritto nel 1979, si stavano formando le prime “eccedenze” che hanno provocato le gravi distorsioni al mercato mondiale dei prodotti agricoli.
Sono passati quasi 30 anni e tutt’ora stiamo faticosamente elaborando strategie e politiche per rimediare al”disastro” di certe scelte che si sono dimostrate fallimentari.
Montanelli paragona il regime autarchico con la PAC (Politica Agricola Comunitaria) e non si sbaglia. Non so in quanti allora abbiano dato “peso” a quel brano, oggi può rappresentare uno dei tanti meriti del Montanelli, giornalista, storico e scrittore.

[1](Indro Montanelli, Storia d’Italia, Vol 7 RCS Libri S.p.A, Milano 2003 pag 230-231. Opera originale I.Montanelli – M.Cervi, L’Italia Littoria, Rizzoli Editore 1979, Milano.)

martedì, febbraio 05, 2008

È arrivato il Mago !!!!

Peccato che questo blog non abbia lettori, eppure meno di un mese fa mi chiedevo chi avrebbe dato un colpo di “ramazza” a Prodi. Che intuizione |||
Che ironia, è stato cacciato da un “rifiuto campano” come Mastella.
Così ha risolto il problema dei rifiuti per sempre diventando egli stesso un misero rifiuto.
Un "rifiuto" di questa classe politica incapace di decidere per il bene della collettività.

Eppure sono convinto che il processo di decadenza è solo all’inizio. Nonostante tutto c’è aria di consenso non per questo o quel partito ma per il sistema.

Sarà una campagna elettorale tribolata e ricca di “colpi di scena” vedremo, l’esito non è poi così scontato.

giovedì, gennaio 10, 2008

Rifiuti in Campania: non è una emergenza !!!

La situazione dei rifiuti in Campania e a Napoli viene etichettata come un’emergenza. I giornali ed i media usando continuamente il termine emergenza hanno a mio avviso generato un atteggiamento completamente forviante e falso.

La produzione di rifiuti ed il loro accumulo è cosa che si può determinare in modo semplicissimo. Faccio un esempio con dati a caso. Se un abitante produce 1 kg di rifiuti al giorno e in un dato territorio ci sono un milione di abitanti si producono 1000 tonnellate di rifiuti al giorno. Se non “smaltisco” i rifiuti questi si accumulano, se poi questo avviene per le strade o in una discarica fa poca differenza il fatto è che alle 1000 tonnellate di rifiuti del primo giorno si sommano le 1000 tonnellate del secondo giorno, e così via in modo inesorabile (leggi il post del 7 gennaio). E vedi il grafico.


Se ho uno spazio limitato per l’accumulo è facile calcolare in quanto tempo saturo la capacità del sito di stoccaggio.

Tutto questo quindi non è emergenza !!!! ma riguarda la normale capacità di gestire un fenomeno costante nel tempo.

Emergenza è quella che eventualmente si verifica se avendo in funzione tre impianti di smaltimento per una ragione casuale es. terremoto, alluvione, ecc.. sono costretto a fermare di colpo due impianti. In questo caso è ovvio che devo affrontare una emergenza.

Chiudo questo post evidenziando che il problema, data la sua semplicità, mette in evidenza che il sistema decisionale in Campania non ha funzionato. Siccome in sistema ci sono persone è facile individuare chi aveva la responsabilità di prendere decisioni. Sono questi incompetenti che devono “pagare”.

Camorra, delinquenza, corruzione, ecc.. ci può stare di tutto, ma in ogni caso ci sono persone che non hanno deciso e allora devono andarsene e “pagare”.

Il popolo ha il diritto di sapere chi sono e censurarli pubblicamente !!!!

Ovvero una intera classe politica deve essere, come si diceva una volta, “messa alla berlina”

lunedì, gennaio 07, 2008

L’apprendista stregone ed i rifiuti di Napoli

Vi chiederete cosa centra la simpatica rappresentazione della poesia di Goethe fatta da Disney nel cartone Fantasia con la spazzatura napoletana.

Centra e come se centra. L’immondizia è come l’acqua portata dalle scope, aumenta in continuazione e se non la smaltisco mi sommerge in modo inesorabile. Il fatto è che i politici locali, ben rappresentati da personaggi come Bassolino e la Jervolino, sono come l’apprendista Topolino che crede di essere un mago solo perché si infila il magico cappello a punta. I nostri simpatici politici pensano che mettendo i rifiuti nelle “eco-balle” il problema si risolve e allora si mettono a “dormire” anni e anni, ma il risveglio e proprio traumatico, come il povero Topolino è sommerso dall’acqua, così i politici si ritrovano sommersi dal pattume. Non bisogna essere ne geni ne maghi !!!!.

E Prodi sentenzia: “Risolveremo il problema per sempre”, Bravo !!!! ma siccome non è il mago della storiella, quello vero, non ha poteri e quindi farà fine di Topolino. Chissà chi lo spazzerà via !!!!

Io i rifiuti li lascerei dove sono chissà che i napoletani non riescano a trovare il mago di cui hanno tanto bisogno !!!

Su Alitalia

Dall’ultimo intervento su questo blog sono successe tante cose nella “telenovelaAlitalia. Sembrerebbe proprio che i fatti smentiscono le mie analisi. AirOne è rimasta al “palo” mentre Air France ha la possibilità di acquistare la compagnia italiana.

Eppure ci sono elementi che non mi convincono. Prima di tutto Air France faceva parte del Cda di Alitalia e ne è uscita prima della “gara”. Se voleva comprare poteva farlo allora è “risparmiava” un anno di debiti. Cosa se ne fa Air France di Alitalia?, elimina un concorrente? Forse. Ha forse ricevuto garanzie da parte dello Stato Italiano (vedi le dichiarazioni del Ministro Padoa Schioppa) che potrà fare tagli oppure l’attuale azionista coprirà parte dei debiti con accordi commerciali di varia natura?.

Chi scrive non è nella stanza dei bottoni quindi posso fare varie ipotesi, ma tutte non sono economicamente coerenti con un piano di “rilancio” della nostra compagnia di bandiera.

Mi ripeto. L’Alitalia non è più un vettore con un futuro, è solo da cannibalizzare.

Mi siete mai chiesti quali potrebbero essere le conseguenze pratiche se per due mesi i nostri cieli non venissero solcati da aerei con il tricolore? Nelle prime settimane ci sarebbero un po’ di brontolii si dovrebbe cambiare compagnia, ci sarebbero proteste per i rimborsi ecc. , ma poi si andrebbe ugualmente ovunque senza problemi. Un disagio potrebbe essere rappresentato che non si ha più un “hub” ma forse nel giro di poco tempo si risolverà anche questo aspetto.

E allora?

Per “salvare” Alitalia Banca Intesa e Unicredito devono trovare un accordo. Questi sono i veri protagonisti della vicenda, non certamente Air France o AirOne. La vera trattativa si gioca tra lo Stato ed il sistema bancario, Alitalia è solo un pretesto, è il nulla che può servire a raggiungere lo scopo del mantenimento dello status quo per le banche italiane che in questo momento hanno bisogno di un sistema protezionistico.

Siccome il “protezionismo” è bandito nel sistema economico attuale si deve pur trovare un modo per ottenerlo e in questo momento diventare i “salvatori della patria” (viva il tricolore nei nostri cieli) rappresenta la possibilità di realizzare un monopolio di fatto per i prossimi 10-15 anni.

Vedremo come andrà a finire, siamo agli sgoccioli.

mercoledì, dicembre 12, 2007

Riprendo Alitalia

Chissà se si realizzerà quanto ho sostenuto da tanto tempo, ovvero la fine di questa telenovela con l’acquisto di Alitalia da parte di AirOne.
Come ho sempre detto logica economica doveva essere quella del fallimento.
La società è stata gestita così male, commettendo tali e tanti errori da rendere praticamente impossibile alcun recupero.
Ma fallire vuol dire anche portare i “libri in tribunale” e questo il”sistema” politico, soprattutto in questo momento non se lo può permettere.
C’è ne per tutti. Destra e sinistra e allora alla non “accordo” si deve trovare a tutti i costi.
Il sistema bancario italiano appare sempre sullo sfondo di questa intricata vicenda ma in realtà la partita è proprio tutta “bancaria”. Solo le banche possono accollarsi l’enorme montagna di debiti che ha Alitalia.
Ho già detto che vale un centesimo di dollaro svalutato.
Nella mia analisi torna sempre Unicredit (o la nuova Unicredito). Questo “ritardo”, la vendita con la “gara” doveva finire prima dell’estate, è servito a Unicredit per riorganizzarsi dopo le “mega” acquisizioni. Ormai la macchina è avviata e tutto procede come previsto, ma bisogna pur stipulare una “assicurazione” sull’esito di tutta l’operazione “Mega fusioni” e questa si chiama “Alitalia”.
Mi spiego. Se Unicredit supporta AirOne nell’acquisto di Alitalia vorrà avere dal sistema politico l’assicurazione di mantenere una “posizione dominante”. Questo vuol dire che i “consumatori” continueranno ad essere “spennati”, per i maggiori costi del sistema bancario italiano, per un altro x di anni.

Ma alla fine al “sistema” questa soluzione va bene.

Alitalia non fallisce, i migliaia e migliaia di bancari sono garantiti, i politici possono continuare a fare i loro sporchi giochetti, e AirOne si toglie dalle scatole un concorrente ingombrante.

A “pagare”, gli italiani, fino a quando?!!!!

lunedì, novembre 26, 2007

Montanelli

Dopo avere letto “La seconda guerra mondiale” di Winston Churchill sono alle prese con un’altra serie di tomi. Anche in questo caso, ma guarda che coincidenza, si tratta di un’opera in 12 volumi, almeno questo è il formato con il quale la RCS Quotidiani ha ristampato la “Storia d’Italia” di Indro Montanelli.

Si tratta di una lettura piacevolissima. Nel quarto volume “Italia giacobina e carbonara” dal 1789 a 1831 a pag 463 nel tracciare i caratteri salienti di Giuseppe Mazzini scrive: “Fu questo a far di lui un eterno straniero in un Paese come il nostro, dove la politica viene concepita e praticata come una “combinazione” di contingenti opportunità”.

Bella frase vero, da meditare !!!