mercoledì, gennaio 22, 2020

Quanti saranno gli abitanti in Italia nel 2100?


La risposta è 39.993.000 in lettere trentanovemilioninovecentonovantatremila. Ce lo dice l'ONU in uno studio pubblicato alla fine del 2019 che ha aggiornato le stime sulla popolazione mondiale. Chi desidera lo può consultare cliccando su ONU
È molto probabile che chi nasce nel 2020 sia presente nel 2100, mentre i miei studenti, i cosiddetti millennial saranno presenti nel 2080 e nel 2050 saranno la forza produttiva del paese.
I'Istat sul sito I.Stat pubblica la previsione della popolazione nel periodo 2018-2065.
Le metodologie utilizzate utilizzano elaborazioni differenti sui coefficienti di natalità, mortalità e flussi migratori pertanto il confronto tra dati ONU e dati Istat deve essere considerato con una certa cautela.
La popolazione dell'Italia al 2065 è stimata dall'ONU in 48,5 milioni, mentre per l'Istat è pari a 53,7 milioni. Una differenza di 5 milioni di abitanti che non sono pochi.
Indipendentemente dai valori riportati dobbiamo riflettere sul fatto che entrambe le stime hanno segno negativo rispetto all'oggi, da 9 a 14 milioni di abitanti in meno!!.
In questo contesto nazionale si deve tener presente che le dinamiche demografiche a livello mondiale sono assai differenti. Il mondo passerà dagli attuali 7,7 miliardi ai 9,5 miliardi nel 2050. Dal 2050 al 2100 la crescita rallenterà notevolmente tanto che la popolazione a fine secolo è stimata in 10,7 miliardi.
Ci sono nazioni in crescita demografica mentre l'Italia e tanti altri paesi europei registreranno un calo significativo.
Di questi cambiamenti si parla poco.
Il dibattito attuale si concentra sul "cambiamento climatico" su Greta e sul suo movimento ma le problematiche legate agli andamenti demografiche sono altrettanto vitali.
Si dovranno riprogrammare politiche legate al territorio, alla mobilità, alla localizzazione e dimensione di servizi dalle scuole agli ospedali, per non parlare della sostenibilità economica e finanziaria del welfare.
Il calo demografico condizionerà i consumi globali ma soprattutto quelli legati agli aspetti generazionali. Nel 2065 gli over 70 saranno il 25,7 % della popolazione, oggi sono il 16,1.
La forza produttiva sarà in calo e si dovranno ridefinire completamente i rapporti tra le generazioni.
Fra 20 - 30 anni le problematiche del cambiamento climatico saranno in secondo piano, perché il problema demografico sarà molto più importante, credetemi.
Si dovranno creare nuove professioni e nuovi lavori, inoltre è difficile pensare quale potrà essere lo sviluppo delle nuove tecnologie legate alla intelligenza artificiale.
Con la guida autonoma e l'automazione della distribuzione (acquisti on-line) non sarà più necessario spostarsi per fare la spesa e allora come si distribuirà la popolazione?
Saranno abbandonati interi territori?
Ad esempio, che cosa succederà alla collina e montagna di tutto il nostro Appennino? o dei tipici paesi agricoli della pianura?
Tante domande, poche risposte.
Queste stime possono essere utilizzate dai chi deve prendere delle decisioni. Ovviamente non mi riferisco ai nostri amministratori che in questi giorni non riescono a "vedere" oltre il 26 gennaio 2020, figurarsi se possono fare scelte pensando al 2065 o al 2100.
Per un approfondimento con tabelle e dati legga il post successivo


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